La costruzione di Santa Maria del Fiore è ben documentata a partire dalla seconda metà del XIV secolo, per quanto riguarda il copro basilicale, ed ancor più dettagliatamente nel ventennio che ha visto l’edificazione della cupola brunelleschiana. Risultano invece lacunose le notizie sulle fasi iniziali del cantiere e in particolare sulla facciata medievale, testimoniata da alcuni disegni, dei quali il più significativo è quello tardo cinquecentesco del Poccetti. Lo studio affronta i temi della facciata , del corpo basilicale e della cupola come un unico grande cantiere durato circa un secolo e mezzo. Sono messe in luce le varianti della facciata, con gli adattamenti della scala a chiocciola in rapporto al semi pilastro talentiano e alla loggetta di controfacciata. E altre sostanziali modifiche della scala a chiocciola sono documentate nell’Ottocento in occasione della realizzazione della facciata del De Fabris. Le indagini sul corpo basilicale hanno consentito di ripercorrere la complessità dei problemi costruttivi incontrati dagli artefici nella realizzazione del grande sistema voltato, fino a chiarire le ragioni che avevano determinato la situazione critica successiva all’edificazione delle prime due volte della navata centrale. Nel sistema di contraffortamento longitudinale erano state infatti sottovalutate le condizioni di forte asimmetria: su un lato le spinte erano contrastate dalla massiccia facciata spessa oltre due metri, sull’altro si addossavano ai pilastri della navata che non potevano garantire la necessaria resistenza. Nella cupola vengono esaminati criticamente i rilievi metrici e le indagini strumentali di porzioni dell’apparecchio murario della cupola interna ed esterna, evidenziando le irregolarità nelle dimensioni e nella posa in opera dei mattoni, posti sempre su abbondanti letti di malta spessi talvolta quanto i mattoni medesimi. Questi dati vengono messi a confronto con quanto si osserva nei paramenti dei passaggi dei corridoi, che sono al contrario molto accurati, per giungere a una nuova interpretazione della tecnica costruttiva della cupola, che ha consentito di superare molti convincimenti basati su preconcetti e non su concrete osservazioni dell’imponente manufatto brunelleschiano.

SANTA MARIA DEL FIORE, FACCIATA, CORPO BASILICALE, CUPOLA / L. GIORGI; P. MATRACCHI. - STAMPA. - (2006), pp. 277-324.

SANTA MARIA DEL FIORE, FACCIATA, CORPO BASILICALE, CUPOLA

GIORGI, LUCA;MATRACCHI, PIETRO
2006

Abstract

La costruzione di Santa Maria del Fiore è ben documentata a partire dalla seconda metà del XIV secolo, per quanto riguarda il copro basilicale, ed ancor più dettagliatamente nel ventennio che ha visto l’edificazione della cupola brunelleschiana. Risultano invece lacunose le notizie sulle fasi iniziali del cantiere e in particolare sulla facciata medievale, testimoniata da alcuni disegni, dei quali il più significativo è quello tardo cinquecentesco del Poccetti. Lo studio affronta i temi della facciata , del corpo basilicale e della cupola come un unico grande cantiere durato circa un secolo e mezzo. Sono messe in luce le varianti della facciata, con gli adattamenti della scala a chiocciola in rapporto al semi pilastro talentiano e alla loggetta di controfacciata. E altre sostanziali modifiche della scala a chiocciola sono documentate nell’Ottocento in occasione della realizzazione della facciata del De Fabris. Le indagini sul corpo basilicale hanno consentito di ripercorrere la complessità dei problemi costruttivi incontrati dagli artefici nella realizzazione del grande sistema voltato, fino a chiarire le ragioni che avevano determinato la situazione critica successiva all’edificazione delle prime due volte della navata centrale. Nel sistema di contraffortamento longitudinale erano state infatti sottovalutate le condizioni di forte asimmetria: su un lato le spinte erano contrastate dalla massiccia facciata spessa oltre due metri, sull’altro si addossavano ai pilastri della navata che non potevano garantire la necessaria resistenza. Nella cupola vengono esaminati criticamente i rilievi metrici e le indagini strumentali di porzioni dell’apparecchio murario della cupola interna ed esterna, evidenziando le irregolarità nelle dimensioni e nella posa in opera dei mattoni, posti sempre su abbondanti letti di malta spessi talvolta quanto i mattoni medesimi. Questi dati vengono messi a confronto con quanto si osserva nei paramenti dei passaggi dei corridoi, che sono al contrario molto accurati, per giungere a una nuova interpretazione della tecnica costruttiva della cupola, che ha consentito di superare molti convincimenti basati su preconcetti e non su concrete osservazioni dell’imponente manufatto brunelleschiano.
2006
8881259079
S. MARIA DEL FIORE. TEORIE E STORIE DELL¿ARCHEOLOGIA E DEL RESTAURO NELLA CITTÀ DELLE FABBRICHE ARNOLFIANE
277
324
L. GIORGI; P. MATRACCHI
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