Massoneria, società e politica tra Grande guerra e fascismo

Roberto Bianchi, Massoneria, società e politica tra Grande guerra e fascismo, in La Massoneria a Firenze. Dall’età dei Lumi al secondo Novecento, a cura di Fulvio Conti, Bologna, il Mulino, 2007, pp. 335-416 ISBN: 978-88-15-11844-8 510 p., [16] c. di tav.; ill.; 22 cm; “Percorsi” - Se la Firenze del Novecento è una delle città italiane con più alta presenza massonica, ancora oggi sappiamo poco del ruolo svolto dalle logge liberomuratorie fiorentine tra lo scoppio della Prima guerra mondiale e la costruzione del regime fascista. Il saggio – basato su fonti inedite conservate presso l’Archivio del Grande Oriente d’Italia e l’Archivio centrale dello Stato, oltre che su periodici locali e nazionali – contribuisce a colmare questa lacuna storiografica, centrando l’attenzione sul ruolo pubblico e sulla presenza nella vita politica di esponenti della massoneria in uno snodo rilevante per la storia contemporanea. Protagoniste della mobilitazione interventista fin dal 1914, le diverse e variamente articolate logge massoniche svolsero un ruolo da protagonista nella fase di ascesa degli squadrismi e per la presa del potere da parte del fascismo, prima di essere travolte dalle violenze della “notte di San Bartolomeo” – a dieci anni di distanza dall’intervento in guerra –, e annientate da Mussolini nella fase di consolidamento del regime fascista. Solo guardando agli anni di guerra, alla dissoluzione dei vecchi schieramenti politici e alla frattura tra massoneria e socialismo possiamo capire la tragica conclusione di una storia massonica nell’Italia liberale che proprio a Firenze vide svolgersi alcune delle vicende più rilevanti, e che solo con grande fatica avrebbe potuto ricostruirsi e riorganizzarsi in una fase successiva, su basi diverse e rinnovate.