Prendendo le mosse dal dibattito sulla “cittadinanza debole” delle donne, il saggio affronta il tema delle forme specifiche che assume la militanza politica delle “compagne” all’interno dell’organizzazione separata predisposta per loro da Pci. In fondo possiamo dire che il vero obiettivo della ricerca sia quello di comprendere il significato del concetto – in realtà estremamente aleatorio – di “emancipazione”, che della propaganda comunista rappresenta il leit-motiv nel dopoguerra e che di fatto, almeno in un primo tempo, nella propaganda stessa per il partito sembra esaurirsi. Al centro dell’attenzione si pone quindi l’analisi delle politiche dell’Udi dal momento della sua nascita fino agli anni Sessanta, nel tentativo di ricostruire la complessa trama dei rapporti che legano l’organizzazione (formalmente apolitica) a Botteghe Oscure prima e poi, dopo il significativo cambiamento di rotta del 1956, alle prime organizzazioni femministe. Tra le varie fonti consultate, oltre alla memorialistica e alla stampa (in primo luogo il “Bollettino di informazione” e “Noi donne”), particolare rilievo assume l’analisi degli atti dei Congressi dell’Udi.
IL DILEMMA DELLE COMUNISTE. POLITICHE DI GENERE DELLA SINISTRA NEL SECONDO DOPOGUERRA / M. CASALINI. - STAMPA. - (2007), pp. 131-153.
IL DILEMMA DELLE COMUNISTE. POLITICHE DI GENERE DELLA SINISTRA NEL SECONDO DOPOGUERRA
CASALINI, MARIA
2007
Abstract
Prendendo le mosse dal dibattito sulla “cittadinanza debole” delle donne, il saggio affronta il tema delle forme specifiche che assume la militanza politica delle “compagne” all’interno dell’organizzazione separata predisposta per loro da Pci. In fondo possiamo dire che il vero obiettivo della ricerca sia quello di comprendere il significato del concetto – in realtà estremamente aleatorio – di “emancipazione”, che della propaganda comunista rappresenta il leit-motiv nel dopoguerra e che di fatto, almeno in un primo tempo, nella propaganda stessa per il partito sembra esaurirsi. Al centro dell’attenzione si pone quindi l’analisi delle politiche dell’Udi dal momento della sua nascita fino agli anni Sessanta, nel tentativo di ricostruire la complessa trama dei rapporti che legano l’organizzazione (formalmente apolitica) a Botteghe Oscure prima e poi, dopo il significativo cambiamento di rotta del 1956, alle prime organizzazioni femministe. Tra le varie fonti consultate, oltre alla memorialistica e alla stampa (in primo luogo il “Bollettino di informazione” e “Noi donne”), particolare rilievo assume l’analisi degli atti dei Congressi dell’Udi.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.