Dopo una breve rassegna sui baremes di più comune impiego nella valutazione della invalidità, gli Autori si soffermano sulla nozione di “danno biologico”, ricordandone la definizione resa dalla S.I.M.L.A. ed i diversi riferimenti giurisprudenziali in tema di personalizzazione a fini risarcitori. L’opinione espressa è che sia compito del Medico Legale procedere a personalizzazione del danno biologico in modo descrittivo e che competa al Professionista, in modo analogo, di valutare anche l’incidenza della menomazione sulla capacità al lavoro. Con riferimento al Decreto Legislativo n. 38/00 si sottolinea la differenza fra il danno biologico e il riflesso della integrità fisio-psichica sulla attività lavorativa attitudinale e specifica (tabella dei coefficienti) e la differenza ontologicamente esistente fra danno biologico e capacità generica a contenere ipotesi di interferenze come categoria concettuale. Si enfatizza la differenza sostanziale che esiste fra “tabelle di valutazione del danno” e “linee guida”, essendo queste ultime da intendere come metodologia di uso delle prime, ribadendosi come l’uso delle “tabelle” deve riservarsi ad un medico esperto, non trattandosi di mera applicazione alla infermità di un parametro numerico percentuale, bensì della descrizione e della motivazione per cui la perdita della integrità fisio-psichica incide negativamente (ed in quale misura) sulle attività quotidiane comuni a tutti e personalizzate. Gli Autori ricordano poi come sia da considerare anacronistica la previsione di un danno biologico riferito alla sola R.C.A., usandosi analoga dizione per l’invalidità contro i rischi del lavoro e per la R.C. in ambiti diversi ed auspicano l’intervento della Giurisprudenza e del Legislatore per una evoluzione di migliore convergenza. Ritenuta ugualmente anacronistica, dopo l’avvento del danno biologico, la diversificazione delle invalidità fra “concorrenti” e “coesistenti” si sottolinea l’importanza della tabella più sotto l’aspetto della definizione diagnostica delle infermità, che della loro espressione percentuale.

Metodologia e pratica delle tabelle di valutazione nel danno biologico / G. NORELLI; S.STARNAZZI. - STAMPA. - (2006), pp. 221-249.

Metodologia e pratica delle tabelle di valutazione nel danno biologico

NORELLI, GIAN ARISTIDE;
2006

Abstract

Dopo una breve rassegna sui baremes di più comune impiego nella valutazione della invalidità, gli Autori si soffermano sulla nozione di “danno biologico”, ricordandone la definizione resa dalla S.I.M.L.A. ed i diversi riferimenti giurisprudenziali in tema di personalizzazione a fini risarcitori. L’opinione espressa è che sia compito del Medico Legale procedere a personalizzazione del danno biologico in modo descrittivo e che competa al Professionista, in modo analogo, di valutare anche l’incidenza della menomazione sulla capacità al lavoro. Con riferimento al Decreto Legislativo n. 38/00 si sottolinea la differenza fra il danno biologico e il riflesso della integrità fisio-psichica sulla attività lavorativa attitudinale e specifica (tabella dei coefficienti) e la differenza ontologicamente esistente fra danno biologico e capacità generica a contenere ipotesi di interferenze come categoria concettuale. Si enfatizza la differenza sostanziale che esiste fra “tabelle di valutazione del danno” e “linee guida”, essendo queste ultime da intendere come metodologia di uso delle prime, ribadendosi come l’uso delle “tabelle” deve riservarsi ad un medico esperto, non trattandosi di mera applicazione alla infermità di un parametro numerico percentuale, bensì della descrizione e della motivazione per cui la perdita della integrità fisio-psichica incide negativamente (ed in quale misura) sulle attività quotidiane comuni a tutti e personalizzate. Gli Autori ricordano poi come sia da considerare anacronistica la previsione di un danno biologico riferito alla sola R.C.A., usandosi analoga dizione per l’invalidità contro i rischi del lavoro e per la R.C. in ambiti diversi ed auspicano l’intervento della Giurisprudenza e del Legislatore per una evoluzione di migliore convergenza. Ritenuta ugualmente anacronistica, dopo l’avvento del danno biologico, la diversificazione delle invalidità fra “concorrenti” e “coesistenti” si sottolinea l’importanza della tabella più sotto l’aspetto della definizione diagnostica delle infermità, che della loro espressione percentuale.
2006
8813263937
Trattato di Medicina Legale e scienze affini
221
249
G. NORELLI; S.STARNAZZI
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