La linguistica italiana preascoliana è stata oggetto di numerosi studi che, pur da angolazioni diverse, ne disegnano un quadro sufficiente¬mente compiuto (si vedano fra gli altri, Nencioni 1950, 1977, Timpanaro 19692, 1979, De Mauro 1980, Marazzini 1989). Ci si limiterà quindi a esaminarne alcuni aspet¬ti. Una base teorica ancorata a principi e idee della riflessione illuministica caratterizza il pensiero linguistico italiano durante i primi decenni dell’ottocento, fin dal Saggio sulla filosofia delle lingue (1800) del Cesarotti. E’ emblematica di questa situazione, ad esempio, la pubblicazione a Napoli della traduzione italiana della Histoire naturelle de la parole di Court de Gébelin (Court de Gébelin 1776), col titolo Storia naturale della parola (1829). In questa edizione il “Discorso preliminare” di Lanjuinais disegna il quadro storico della grammatica generale, e, non senza critiche, tratteggia le teorie e gli autori dell’ambiente illuminista della fine del settecento e dell’inizio dell’ottocento, con particolare attenzione alla scuola orientalista di De Sacy e a Rémusat (Rémusat 1820). Ai criteri dell’indagine comparativa e alle riflessioni sulle cause del cambiamento linguistico esposti in Rémusat 1820 fa ampio riferimento Adriano Balbi nella Introduction all’Atlas éthnographique du globe (1826) (Balbi 1826), nella quale i primi risultati della linguistica comparati¬va tedesca si mescolano a interessi teorici di eredità settecen-tesca e a finalità tipologiche ancora incerte. E’ opportuno quindi cercare di mettere nella giusta luce lo stretto rapporto fra linguistica settecentesca e linguistica preascoliana, sia per una questione generale di correttezza storica, sia per poter rag¬giungere una più chiara comprensione delle componenti che danno vita alla linguistica e alla dialettologia preascoliane.
La dialettologia italiana: il contributo fiorentino / L. SAVOIA. - STAMPA. - (2007), pp. 125-154.
La dialettologia italiana: il contributo fiorentino
SAVOIA, LEONARDO MARIA
2007
Abstract
La linguistica italiana preascoliana è stata oggetto di numerosi studi che, pur da angolazioni diverse, ne disegnano un quadro sufficiente¬mente compiuto (si vedano fra gli altri, Nencioni 1950, 1977, Timpanaro 19692, 1979, De Mauro 1980, Marazzini 1989). Ci si limiterà quindi a esaminarne alcuni aspet¬ti. Una base teorica ancorata a principi e idee della riflessione illuministica caratterizza il pensiero linguistico italiano durante i primi decenni dell’ottocento, fin dal Saggio sulla filosofia delle lingue (1800) del Cesarotti. E’ emblematica di questa situazione, ad esempio, la pubblicazione a Napoli della traduzione italiana della Histoire naturelle de la parole di Court de Gébelin (Court de Gébelin 1776), col titolo Storia naturale della parola (1829). In questa edizione il “Discorso preliminare” di Lanjuinais disegna il quadro storico della grammatica generale, e, non senza critiche, tratteggia le teorie e gli autori dell’ambiente illuminista della fine del settecento e dell’inizio dell’ottocento, con particolare attenzione alla scuola orientalista di De Sacy e a Rémusat (Rémusat 1820). Ai criteri dell’indagine comparativa e alle riflessioni sulle cause del cambiamento linguistico esposti in Rémusat 1820 fa ampio riferimento Adriano Balbi nella Introduction all’Atlas éthnographique du globe (1826) (Balbi 1826), nella quale i primi risultati della linguistica comparati¬va tedesca si mescolano a interessi teorici di eredità settecen-tesca e a finalità tipologiche ancora incerte. E’ opportuno quindi cercare di mettere nella giusta luce lo stretto rapporto fra linguistica settecentesca e linguistica preascoliana, sia per una questione generale di correttezza storica, sia per poter rag¬giungere una più chiara comprensione delle componenti che danno vita alla linguistica e alla dialettologia preascoliane.File | Dimensione | Formato | |
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