Nel corso di due successive campagne sperimentali, svoltesi nell’estate 2004 e 2005, sono state messe a confronto tecniche diverse di raffrescamento per scrofe gestanti. Sono stati adottati un impianto con stazioni individuali di raffrescamento (1); un punto di raffrescamento con pulsante a comando delle scrofe (2) ed un box gestazione suddiviso in aree funzionali con diversi sistemi di raffrescamento(3). L’impianto (1) era formato da due stazioni automatiche di raffrescamento (SAR) per scrofe gestanti in gruppo dinamico (193 animali in media). La SAR è una gabbia costituita da tubolari metallici di 1,98 m di lunghezza per 0,54 m di larghezza, in grado di erogare acqua tramite un tubo forato posto nella parte superiore. Il sistema (2) consisteva in un’area, delimitata da due divisori, al cui interno era installato, a parete, un pulsante che, sotto la pressione esercitata dal grugno delle scrofe, permetteva la fuoriuscita dell’acqua da due piccoli ugelli. Il box suddiviso in aree funzionali (3) prevedeva una zona con raffrescamento ad aria (zona B), una zona con raffrescamento ad acqua (zona D) ed una zona dotata di entrambi i sistemi (zona C). La zona A costituiva la zona “controllo”, esente da ogni impianto di raffrescamento. Dati microclimatici e comportamentali sono stati raccolti durante il corso di tutta la sperimentazione; per il sistema (3) i valori di temperatura dell’aria sono stati successivamente analizzati mediante l’indice THI e sovrapposti ai dati comportamentali. Inoltre le scrofe raffrescate con i sistemi (1) e (2) sono state dotate di un transponder sottocutaneo che ne ha permesso l’individuazione elettronica. Mediante apposito software le informazioni sono state raccolte su pc. Dai risultati ottenuti si può desumere come l’uso delle SAR sia molto gradito alle scrofe, con percentuali di utilizzo in media del 50,39% (± 15,89); tale valore è destinato a salire in coincidenza di giornate molto calde, con valori medi del 76,92% (23 luglio 2004). All’interno del box ad aree raffrescate, le scrofe hanno mostrato gradire il sistema di raffrescamento ad aria quando le temperature superano i 24°C; il sistema combinato è stato apprezzato soprattutto durante le giornate più calde del periodo esaminato. L’utilizzo del sistema di identificazione elettronica delle scrofe si è rivelato una procedura utile per raccogliere informazioni attendibili e dettagliate sul comportamento degli animali. Risultati finali del progetto di ricerca PRIN 2003 - a cura di Giovanni Cascone
Confronto sperimentale tra differenti tecniche di raffrescamento per scrofe gestanti con identificazione elettronica degli animali / M. BARBARI; M. BIANCHI; L. CONTI. - STAMPA. - (2006), pp. 178-190.
Confronto sperimentale tra differenti tecniche di raffrescamento per scrofe gestanti con identificazione elettronica degli animali
BARBARI, MATTEO;CONTI, LEONARDO
2006
Abstract
Nel corso di due successive campagne sperimentali, svoltesi nell’estate 2004 e 2005, sono state messe a confronto tecniche diverse di raffrescamento per scrofe gestanti. Sono stati adottati un impianto con stazioni individuali di raffrescamento (1); un punto di raffrescamento con pulsante a comando delle scrofe (2) ed un box gestazione suddiviso in aree funzionali con diversi sistemi di raffrescamento(3). L’impianto (1) era formato da due stazioni automatiche di raffrescamento (SAR) per scrofe gestanti in gruppo dinamico (193 animali in media). La SAR è una gabbia costituita da tubolari metallici di 1,98 m di lunghezza per 0,54 m di larghezza, in grado di erogare acqua tramite un tubo forato posto nella parte superiore. Il sistema (2) consisteva in un’area, delimitata da due divisori, al cui interno era installato, a parete, un pulsante che, sotto la pressione esercitata dal grugno delle scrofe, permetteva la fuoriuscita dell’acqua da due piccoli ugelli. Il box suddiviso in aree funzionali (3) prevedeva una zona con raffrescamento ad aria (zona B), una zona con raffrescamento ad acqua (zona D) ed una zona dotata di entrambi i sistemi (zona C). La zona A costituiva la zona “controllo”, esente da ogni impianto di raffrescamento. Dati microclimatici e comportamentali sono stati raccolti durante il corso di tutta la sperimentazione; per il sistema (3) i valori di temperatura dell’aria sono stati successivamente analizzati mediante l’indice THI e sovrapposti ai dati comportamentali. Inoltre le scrofe raffrescate con i sistemi (1) e (2) sono state dotate di un transponder sottocutaneo che ne ha permesso l’individuazione elettronica. Mediante apposito software le informazioni sono state raccolte su pc. Dai risultati ottenuti si può desumere come l’uso delle SAR sia molto gradito alle scrofe, con percentuali di utilizzo in media del 50,39% (± 15,89); tale valore è destinato a salire in coincidenza di giornate molto calde, con valori medi del 76,92% (23 luglio 2004). All’interno del box ad aree raffrescate, le scrofe hanno mostrato gradire il sistema di raffrescamento ad aria quando le temperature superano i 24°C; il sistema combinato è stato apprezzato soprattutto durante le giornate più calde del periodo esaminato. L’utilizzo del sistema di identificazione elettronica delle scrofe si è rivelato una procedura utile per raccogliere informazioni attendibili e dettagliate sul comportamento degli animali. Risultati finali del progetto di ricerca PRIN 2003 - a cura di Giovanni CasconeFile | Dimensione | Formato | |
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