L'inventario delle cose italiane che Guido Piovene affida, durante il suo farsi, alla diffusione delle onde radiofoniche, svolge una tela istoriata da un subitaneo mutare della cose narrate e raccolte, accorata cronografia di un paesaggio in graduale dissolvimento. La rassicurante quanto irripetibile vivacità dello sguardo in grado di avocare a sé il valore cognitivo insito nell'atto della veduta che da contemplazione si fa percezione sensibile, viene evocata sul finire del XIX secolo dal giovane Rilke, poeta viaggiatore, a consacrare l'esordio dell'anelato soggiorno italiano, e con sapiente maestria, nell'atto di dare principio al suo Florenzer tagebuch, dall'intimità della dimora ci introduce all'ascolto di una voce unisona, il paesaggio intonso, secondo una persistente consuetudine a commensurarne i rapporti di scala: sullo sfondo un orizzonte certo, la cui emergenze visive sono naturalmente desunte dalle invarianti dei luoghi. L'entusiasta visione del giovane poeta segue a breve distanza la lunga riflessione di Giuseppe Poggi sul significato del margine della città antica definito dalla cerchia muraria, sul rapporto delle sue porte ormai desuete e destinate all'abbattimento con l'esterno, il paesaggio appunto. Scaturita dalla fugace vicenda di Firenze Capitale, la necessaria ed intensa tendenza al diradamento della trama urbana ed alla rifondazione dei rapporti di misura tra tessuto e monumento, città e paesaggio, induce ad uan consapevole assunzione della ragione con cui la costruzione ispirata al crattere del luogo si è resa manifesta.
Il luogo del progetto e la sua storia / E.AGOSTINI. - STAMPA. - (2007), pp. 150-154.
Il luogo del progetto e la sua storia.
AGOSTINI, ELISABETTA
2007
Abstract
L'inventario delle cose italiane che Guido Piovene affida, durante il suo farsi, alla diffusione delle onde radiofoniche, svolge una tela istoriata da un subitaneo mutare della cose narrate e raccolte, accorata cronografia di un paesaggio in graduale dissolvimento. La rassicurante quanto irripetibile vivacità dello sguardo in grado di avocare a sé il valore cognitivo insito nell'atto della veduta che da contemplazione si fa percezione sensibile, viene evocata sul finire del XIX secolo dal giovane Rilke, poeta viaggiatore, a consacrare l'esordio dell'anelato soggiorno italiano, e con sapiente maestria, nell'atto di dare principio al suo Florenzer tagebuch, dall'intimità della dimora ci introduce all'ascolto di una voce unisona, il paesaggio intonso, secondo una persistente consuetudine a commensurarne i rapporti di scala: sullo sfondo un orizzonte certo, la cui emergenze visive sono naturalmente desunte dalle invarianti dei luoghi. L'entusiasta visione del giovane poeta segue a breve distanza la lunga riflessione di Giuseppe Poggi sul significato del margine della città antica definito dalla cerchia muraria, sul rapporto delle sue porte ormai desuete e destinate all'abbattimento con l'esterno, il paesaggio appunto. Scaturita dalla fugace vicenda di Firenze Capitale, la necessaria ed intensa tendenza al diradamento della trama urbana ed alla rifondazione dei rapporti di misura tra tessuto e monumento, città e paesaggio, induce ad uan consapevole assunzione della ragione con cui la costruzione ispirata al crattere del luogo si è resa manifesta.File | Dimensione | Formato | |
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