La complessa vicenda costruttiva e di trasformazione del palazzo del Bargello non era mai stata esaminata a fondo, il caposaldo di ogni studio era rimasto infatti il contributo di Luigi Passerini del 1858, nel quale erano stati pubblicati importanti documenti soprattutto inerenti il XIV secolo. Le accurate indagini condotte con rilievi a grande scala, eseguiti per la prima volta, hanno permesso di individuare il primo nucleo del palazzo risalente alla seconda metà del XIII secolo posto sul lato di via del Proconsolo, dotato di una torre più bassa dell’attuale. Nella prima metà del Trecento il palazzo fu ampliato fino a determinare l’attuale configurazione planimetrica complessiva. Nel contesto di questa addizione si realizzò la cappella giottesca della Maddalena al piano primo, dove fu ritratto Dante, che sostituiva la primitiva cappella al piano terra dell’originario corpo di fabbrica del palazzo. Nel 1332, dopo un vasto incendio, si dette avvio a una nuova fase di lavori, con cui fu aumentata l’altezza dell’ala su via del Proconsolo, dotandola di una grande sala voltata, e si sopralzò nel contempo la torre con l’attuale cella campanaria. A partire dalla seconda metà del Cinquecento, il palazzo del podestà fu trasformato in carcere, finché a metà dell’Ottocento fu avviato un imponente restauro guidato da Francesco Mazzei, che ne provocò una profonda trasformazione: è nel contesto di questa iniziativa che si dovettero realizzare le Sale sovrapposte di Michelangelo e di Donatello, comprese le due imponenti volte a crociera di quest’ultima, credute fino ad oggi trecentesche e attribuite a Neri di Fioravante.

Il Bargello a Firenze. Da Palazzo del Podestà a Museo Nazionale / L. GIORGI; P. MATRACCHI. - STAMPA. - (2006), pp. 125-174.

Il Bargello a Firenze. Da Palazzo del Podestà a Museo Nazionale

GIORGI, LUCA;MATRACCHI, PIETRO
2006

Abstract

La complessa vicenda costruttiva e di trasformazione del palazzo del Bargello non era mai stata esaminata a fondo, il caposaldo di ogni studio era rimasto infatti il contributo di Luigi Passerini del 1858, nel quale erano stati pubblicati importanti documenti soprattutto inerenti il XIV secolo. Le accurate indagini condotte con rilievi a grande scala, eseguiti per la prima volta, hanno permesso di individuare il primo nucleo del palazzo risalente alla seconda metà del XIII secolo posto sul lato di via del Proconsolo, dotato di una torre più bassa dell’attuale. Nella prima metà del Trecento il palazzo fu ampliato fino a determinare l’attuale configurazione planimetrica complessiva. Nel contesto di questa addizione si realizzò la cappella giottesca della Maddalena al piano primo, dove fu ritratto Dante, che sostituiva la primitiva cappella al piano terra dell’originario corpo di fabbrica del palazzo. Nel 1332, dopo un vasto incendio, si dette avvio a una nuova fase di lavori, con cui fu aumentata l’altezza dell’ala su via del Proconsolo, dotandola di una grande sala voltata, e si sopralzò nel contempo la torre con l’attuale cella campanaria. A partire dalla seconda metà del Cinquecento, il palazzo del podestà fu trasformato in carcere, finché a metà dell’Ottocento fu avviato un imponente restauro guidato da Francesco Mazzei, che ne provocò una profonda trasformazione: è nel contesto di questa iniziativa che si dovettero realizzare le Sale sovrapposte di Michelangelo e di Donatello, comprese le due imponenti volte a crociera di quest’ultima, credute fino ad oggi trecentesche e attribuite a Neri di Fioravante.
2006
8881259079
Santa Maria del Fiore. Teorie e storie dell’archeologia e del restauro nella città delle fabbriche arnolfiane
125
174
L. GIORGI; P. MATRACCHI
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