Gian Carlo Leoncilli e' una di quelle rare figure di insegnante che non usurpano il nome ed il ruolo di "maestro",in quanto hanno l' innata capacita' di "raccontar favole", cioe' di coinvolgere fin dal primo momento il discente in quel tema "difficile, impossibile, forse inesistente, inutile, ma magico e meraviglioso", chiamato composizione architettonica. Nell' arco di una vicenda universitaria che lo ha portato prima a Roma, poi a Venezia e infine a Firenze, Leoncilli architetto ha sempre ostinatamente ed orgogliosamente voluto essere, prima di tutto il professor Leoncilli, pensando piu' a "costruire" architetti, che non a costruire una propria architettura. Dietro la sua specifica maniera di essere didatta, si poteva scorgere l' interminabile catena di "historie" che popolavano il procedere di un racconto dove la lezione degli antichi si intrecciava con il ricordo dei suoi maestri, dove l'architettura costruita si confondeva con quella soltanto immaginata. La capacita' compositiva dello studente prendeva forma lentamente, inseguendo attraverso innumerevoli variazioni il tema spaziale, retoricamente "inventato" nella storia. La maieutica di Leoncilli si inverava proprio nel fatto che il cammino verso la rappresentazione dell' idea nel labirinto di rimandi, citazioni, cancellature e nuove trascrizioni, non mirasse a trasmettere la perfezione formale dell' opera confezionata, ma il procedimento che conduce a tale forma. Il comporre diventa cosi' "soprattutto un diverso atteggiamento etico verso il progetto."

Un ricordo di Gian Carlo Leoncilli Massi / A. Ricci. - STAMPA. - (2007), pp. 7-13.

Un ricordo di Gian Carlo Leoncilli Massi

RICCI, ANDREA
2007

Abstract

Gian Carlo Leoncilli e' una di quelle rare figure di insegnante che non usurpano il nome ed il ruolo di "maestro",in quanto hanno l' innata capacita' di "raccontar favole", cioe' di coinvolgere fin dal primo momento il discente in quel tema "difficile, impossibile, forse inesistente, inutile, ma magico e meraviglioso", chiamato composizione architettonica. Nell' arco di una vicenda universitaria che lo ha portato prima a Roma, poi a Venezia e infine a Firenze, Leoncilli architetto ha sempre ostinatamente ed orgogliosamente voluto essere, prima di tutto il professor Leoncilli, pensando piu' a "costruire" architetti, che non a costruire una propria architettura. Dietro la sua specifica maniera di essere didatta, si poteva scorgere l' interminabile catena di "historie" che popolavano il procedere di un racconto dove la lezione degli antichi si intrecciava con il ricordo dei suoi maestri, dove l'architettura costruita si confondeva con quella soltanto immaginata. La capacita' compositiva dello studente prendeva forma lentamente, inseguendo attraverso innumerevoli variazioni il tema spaziale, retoricamente "inventato" nella storia. La maieutica di Leoncilli si inverava proprio nel fatto che il cammino verso la rappresentazione dell' idea nel labirinto di rimandi, citazioni, cancellature e nuove trascrizioni, non mirasse a trasmettere la perfezione formale dell' opera confezionata, ma il procedimento che conduce a tale forma. Il comporre diventa cosi' "soprattutto un diverso atteggiamento etico verso il progetto."
2007
9788887648553
Le proporzioni dimenticate - Leoncilli e la necessità dell'inattuale
7
13
A. Ricci
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