Il contributo prende le mosse dalla figura di Ingeborg Bachmann all'interno della scena letteraria del dopoguerra individuando, nella giovane scrittrice, l'esigenza di autonomia e indipendenza, ma anche un conflitto rispetto al mondo circostante che la porta a celarsi dietro la maschera di 'nuova poetessa' che volentieri l'industria culturale le assegna. L'esistenza di confine nella quale ella stessa si riconosce, viene individuata anche nella capacità di esperire generi letterari diversi e, soprattutto, nel rapporto con il linguaggio. E' infati nel problema che percorre la lingua dei mistici (parlare di ciò che è indicibile) che si sofferma I. Bachmann nella sua lettura di Wittgenstein e, successivamente, nei saggi su Proust, Pascal e S. Weil. Attingendo a frammenti pubblicati nei Gesammelte Werke il saggio considera il significato del corpo nella poetica bachmanniana; il corpo reificato e mercificato (La dialettica dell'illuminismo), il corpo caduco, ostacolo per la percezione dell'infinito, il corpo, unico medium per l'accesso alla conoscenza ed al contatto profondo con il mondo tramite il linguaggio. Il saggio contiene inoltre la traduzione, non ancora effettuata in italiano, di "Das Gedicht an den Leser" (frammento postumo) e della lirica "Ein Verlust".
Portare la pietra a fiorire, ovvero "della poesia". Linguaggio e corpo nella lirica di Ingeborg Bachmann / M.C. Mocali. - STAMPA. - (1997), pp. 120-183.
Portare la pietra a fiorire, ovvero "della poesia". Linguaggio e corpo nella lirica di Ingeborg Bachmann
MOCALI, MARIA CHIARA
1997
Abstract
Il contributo prende le mosse dalla figura di Ingeborg Bachmann all'interno della scena letteraria del dopoguerra individuando, nella giovane scrittrice, l'esigenza di autonomia e indipendenza, ma anche un conflitto rispetto al mondo circostante che la porta a celarsi dietro la maschera di 'nuova poetessa' che volentieri l'industria culturale le assegna. L'esistenza di confine nella quale ella stessa si riconosce, viene individuata anche nella capacità di esperire generi letterari diversi e, soprattutto, nel rapporto con il linguaggio. E' infati nel problema che percorre la lingua dei mistici (parlare di ciò che è indicibile) che si sofferma I. Bachmann nella sua lettura di Wittgenstein e, successivamente, nei saggi su Proust, Pascal e S. Weil. Attingendo a frammenti pubblicati nei Gesammelte Werke il saggio considera il significato del corpo nella poetica bachmanniana; il corpo reificato e mercificato (La dialettica dell'illuminismo), il corpo caduco, ostacolo per la percezione dell'infinito, il corpo, unico medium per l'accesso alla conoscenza ed al contatto profondo con il mondo tramite il linguaggio. Il saggio contiene inoltre la traduzione, non ancora effettuata in italiano, di "Das Gedicht an den Leser" (frammento postumo) e della lirica "Ein Verlust".I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.