Il saggio - parte di un volume risultato di una ricerca PRIN finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica dal titolo “Itinerari storico-artistici per le fondazioni benedettine dopo la Riforma cliniacense”- ripercorre le tappe salienti della fortuna storiografica e quindi restaurativa, che, tra Otto e Novecento, ha interessato i complessi benedettini delle Marche; complessi che fino ad allora risultavano in buona parte abbandonati o trasformati dalle successive stratificazioni architettoniche che ne avevano ottuso i caratteri salienti. A partire dalla fine del XIX secolo, con l’organizzazione dei primi Organi di Tutela e Conservazione dei «Monumenti patrii», le ricerche storiografiche locali vennero a saldarsi con l’attività, sia ministeriale sia marchigiana, di operatori del calibro di Giuseppe Sacconi, Corrado Ricci, Gustavo Giovannoni e Luigi Serra, che inaugurarono una stagione di ampi recuperi e ripristini che portarono, sulla base del corrente gusto neomedievalista, alla riscoperta e valorizzazione degli complessi monastici benedettini regionali; e ciò si sostanziava, in più, nella celebrazione delle Marche, con la vicina Umbria, quali luoghi privilegiati della Spiritualità medievale, per la presenza degli insediamenti camaldolesi ed avellaniti, cui si univano addirittura tangenze dantesche, per cui quelle antiche abbazie vennero ripristinate sulla base di precisi interessi storiografico-critici ripercorsi per la prima volta in questo contributo.

I restauri dei complessi abbaziali benedettini tra Otto e Novecento nelle Marche / F. Canali. - STAMPA. - (2007), pp. 55-73.

I restauri dei complessi abbaziali benedettini tra Otto e Novecento nelle Marche.

CANALI, FERRUCCIO
2007

Abstract

Il saggio - parte di un volume risultato di una ricerca PRIN finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica dal titolo “Itinerari storico-artistici per le fondazioni benedettine dopo la Riforma cliniacense”- ripercorre le tappe salienti della fortuna storiografica e quindi restaurativa, che, tra Otto e Novecento, ha interessato i complessi benedettini delle Marche; complessi che fino ad allora risultavano in buona parte abbandonati o trasformati dalle successive stratificazioni architettoniche che ne avevano ottuso i caratteri salienti. A partire dalla fine del XIX secolo, con l’organizzazione dei primi Organi di Tutela e Conservazione dei «Monumenti patrii», le ricerche storiografiche locali vennero a saldarsi con l’attività, sia ministeriale sia marchigiana, di operatori del calibro di Giuseppe Sacconi, Corrado Ricci, Gustavo Giovannoni e Luigi Serra, che inaugurarono una stagione di ampi recuperi e ripristini che portarono, sulla base del corrente gusto neomedievalista, alla riscoperta e valorizzazione degli complessi monastici benedettini regionali; e ciò si sostanziava, in più, nella celebrazione delle Marche, con la vicina Umbria, quali luoghi privilegiati della Spiritualità medievale, per la presenza degli insediamenti camaldolesi ed avellaniti, cui si univano addirittura tangenze dantesche, per cui quelle antiche abbazie vennero ripristinate sulla base di precisi interessi storiografico-critici ripercorsi per la prima volta in questo contributo.
2007
9788849508536
Itinerari storico artistici per le fondazioni benedettine...le Marche
55
73
F. Canali
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