Le trasformazioni che le società occidentali hanno subìto nel corso della modernità e il progressivo deterioramento degli orizzonti di senso a disposizione degli individui occidentali hanno significativamente modificato ruolo, funzioni e fisionomia della politica, erodendone l’autonomia e minandone la capacità di far fronte efficacemente alle sfide del presente e del futuro. Per argomentare questa tesi cercherò, innanzitutto, di fornire una descrizione della politica come funzione sociale ineliminabile, ma al tempo stesso a geometria, fisionomia e consistenza variabili. Analizzerò, in secondo luogo, la geometria (l’ampiezza della regolazione politica dei fenomeni sociali), la fisionomia (la concreta configurazione istituzionale del potere politico), e la consistenza (le risorse e gli orizzonti di senso che fanno da sfondo alla lotta politica e ai fini che essa viene chiamata a perseguire) che la politica ha assunto nella modernità e le traiettorie lungo le quali politica e società si sono venute trasformando nel loro itinerario moderno. L’approdo di questo percorso è la risoluzione dell’ambivalenza, della duplicità costitutiva del paradigma moderno della politica: da una parte, strumento della conservazione della vita e della produzione dell’ordine; dall’altra, oggetto di esigenze ideali per le quali vale anche la pena morire. La politica della tarda modernità globale sembra aver esaurito questa ambivalenza ed essersi completamente schiacciata sulla conservazione, la cura e la protezione della vita e del benessere. In questa direzione risulterà decisiva la distinzione fra contenuti di senso (le diverse prospettive normative che possono orientare l’agire politico) e la loro “praticabilità” a partire dagli orizzonti di senso (l’insieme delle credenze sul corso del mondo che favoriscono l’adozione di una condotta ispirata ad un determinato contenuto normativo).

Tra senso e vita. L'erosione della politica nella tarda modernità occidentale / D. D'Andrea. - STAMPA. - (2008), pp. 187-208.

Tra senso e vita. L'erosione della politica nella tarda modernità occidentale.

D'ANDREA, DIMITRI
2008

Abstract

Le trasformazioni che le società occidentali hanno subìto nel corso della modernità e il progressivo deterioramento degli orizzonti di senso a disposizione degli individui occidentali hanno significativamente modificato ruolo, funzioni e fisionomia della politica, erodendone l’autonomia e minandone la capacità di far fronte efficacemente alle sfide del presente e del futuro. Per argomentare questa tesi cercherò, innanzitutto, di fornire una descrizione della politica come funzione sociale ineliminabile, ma al tempo stesso a geometria, fisionomia e consistenza variabili. Analizzerò, in secondo luogo, la geometria (l’ampiezza della regolazione politica dei fenomeni sociali), la fisionomia (la concreta configurazione istituzionale del potere politico), e la consistenza (le risorse e gli orizzonti di senso che fanno da sfondo alla lotta politica e ai fini che essa viene chiamata a perseguire) che la politica ha assunto nella modernità e le traiettorie lungo le quali politica e società si sono venute trasformando nel loro itinerario moderno. L’approdo di questo percorso è la risoluzione dell’ambivalenza, della duplicità costitutiva del paradigma moderno della politica: da una parte, strumento della conservazione della vita e della produzione dell’ordine; dall’altra, oggetto di esigenze ideali per le quali vale anche la pena morire. La politica della tarda modernità globale sembra aver esaurito questa ambivalenza ed essersi completamente schiacciata sulla conservazione, la cura e la protezione della vita e del benessere. In questa direzione risulterà decisiva la distinzione fra contenuti di senso (le diverse prospettive normative che possono orientare l’agire politico) e la loro “praticabilità” a partire dagli orizzonti di senso (l’insieme delle credenze sul corso del mondo che favoriscono l’adozione di una condotta ispirata ad un determinato contenuto normativo).
2008
9788883536366
Che cos'è la politica?
187
208
D. D'Andrea
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