L’editto de postulando, nel testo pretorio, stabiliva che non a tutti era consentito di avanzare pretese proprie o altrui di fronte al magistrato romano. Nella prospettiva di Ulpiano, che commenta il testo edittale all’inizio del III secolo, a suggerire una tale selezione erano ragioni di rispetto della dignitas e del decus del pretore, e proprio la difesa di questi ‘beni’ ci si aspetta di trovare articolata nell’elaborazione giurisprudenziale del commento all’editto de postulando. Nel saggio si verifica questo assunto alla luce dei frammenti del commento ulpianeo, e si offre una lettura del riferimento a quei criteri di decoro e dignità.
Dignitas e decus del pretore. Un primo studio sul commento di Ulpiano all'editto de postulando (D. 3.1.1.pr.-6) / C. Giachi. - STAMPA. - (2010), pp. 103-126.
Dignitas e decus del pretore. Un primo studio sul commento di Ulpiano all'editto de postulando (D. 3.1.1.pr.-6)
GIACHI, CRISTINA
2010
Abstract
L’editto de postulando, nel testo pretorio, stabiliva che non a tutti era consentito di avanzare pretese proprie o altrui di fronte al magistrato romano. Nella prospettiva di Ulpiano, che commenta il testo edittale all’inizio del III secolo, a suggerire una tale selezione erano ragioni di rispetto della dignitas e del decus del pretore, e proprio la difesa di questi ‘beni’ ci si aspetta di trovare articolata nell’elaborazione giurisprudenziale del commento all’editto de postulando. Nel saggio si verifica questo assunto alla luce dei frammenti del commento ulpianeo, e si offre una lettura del riferimento a quei criteri di decoro e dignità.File | Dimensione | Formato | |
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