Kaisara epikaloumai. L’appello di Paolo di Tarso all’imperatore

Scopo del seguente contributo è l’esame del problema della natura giuridica dell’«appello» di Paolo di Tarso all’imperatore Nerone. Un riesame delle fonti in materia induce ad escludere che in esso sia ravvisabile un’ipotesi di provocatio ad principem fondata, secondo alcuni studiosi, su una clausola della lex Iulia de vi, non essendovi stato da parte del funzionario imperiale alcun atto di coercitio. Né, d’altronde, credo sia possibile parlare di appellatio in senso tecnico, difficilmente immaginabile nella prima età del principato. Più probabile appare che esso trovasse il suo fondamento nell’ «èkkleton dikàzein» che, a detta di Cassio Dione (51.19.7) fu riconosciuta ad Ottaviano nel 30 a.C., e che consentiva al princeps di avocare al proprio tribunale, su richiesta degli interessati, i processi sia civili che penali instaurati dinanzi ai tribunali di merito.