Nella lirica di Hölderlin sono stati spesso analizzati i miti greci, ma quasi mai si è posto l’accento sulla rilettura di questi attraverso la poesia latina, per quanto editori come Friedrich Beissner o Jochen Schmidt abbiano ripetutamente documentato motivi ricorrenti, reminiscenze, prestiti lessicali, calchi di immagini e rielaborazioni metriche ispirate soprattutto ai Carmi di Orazio. In un importante studio su Orazio e la sua ricezione nella lirica tedesca del Settecento, il filologo classico Ernst A. Schmidt riconduce al poeta latino il rinnovamento della lirica in Germania dopo il barocco, constatando che sulle sue odi si sono esercitati l’orecchio e la lingua dei poeti, e dall’ode più nota tra quelle dedicate a Bacco (3, 25) trae ispirazione tutta la poesia tedesca ditirambica e non rimata del Settecento. Questa stessa tradizione non poteva non influenzare Hölderlin, il più famoso poeta tedesco dell’entusiasmo dionisiaco, che proprio dall’incipit di quest’ode (Quo me, Bacche, rapis) probabilmente trae l’immagine della «reissende Zeit», del tempo «rapinoso», secondo la traduzione di Leone Traverso, e quindi dionisiaco (vari poeti, e un traduttore illustre come Herder, traducevano con «reissen» il rapio oraziano). Orazio ha inoltre una funzione decisiva per la rielaborazione dei miti titanici in quanto nelle sue odi il tema della battaglia tra dèi e Titani viene riproposto in chiave apertamente politica e con un preciso riferimento agli eventi contemporanei, in una situazione che ha non poche analogie con i sommovimenti violenti e le aspettative di pace dell'età di Hölderlin. Immagini e motivi legate alla funzione sovvertitrice ma anche mitigatrice di Bacco e alle battaglie dei Titani (che sino dall'antichità adombravano la nascita di un mondo nuovo dall'antico), percorrono l'opera di Hölderlin, in particolare quella più tarda, quasi a consacrare le lotte rivoluzionarie e le campagne napoleoniche, gli eventi esaltanti e terribili dell'ultimo quarto del secolo. Tali immagini, che affiorano spesso in una letteratura classico-romantica profondamente ancorata al mito greco ma intenta anche a proporre una mitologia nuova che fondi una nuova società, hanno in Hölderlin una rete di riferimenti e significati che non ha uguali tra i suoi contemporanei. Nel mio studio la nascita del complesso linguaggio mitologico di Hölderlin e soprattutto la sua concezione ambivalente del dionisiaco viene riletta e analizzata attraverso un puntuale confronto con quattro odi di Orazio: due dedicate a Bacco, e due che ne evocano l'immagine e gli influssi anche in relazione ai miti titanici (2,19 Bacchum in remotis; 3, 25 Quo me, Bacche, rapis; 3, 21 O nata mecum; 3, 4 Descende caelo). Numerosi passi delle poesie di Hölderlin attestano – ad esempio attraverso esercizi di traduzione – la rielaborazione di temi e immagini tratte dai carmi oraziani, ma che poi riemergono nel quadro delle teorie poetologiche e delle concezioni filosofiche hölderliniane modellate sul presente.

Bacchus und die Titanenkämpfe als Gründungsmythen bei Hölderlin und Horaz / V.Vivarelli. - STAMPA. - (2010), pp. 225-246.

Bacchus und die Titanenkämpfe als Gründungsmythen bei Hölderlin und Horaz

VIVARELLI, VIVETTA
2010

Abstract

Nella lirica di Hölderlin sono stati spesso analizzati i miti greci, ma quasi mai si è posto l’accento sulla rilettura di questi attraverso la poesia latina, per quanto editori come Friedrich Beissner o Jochen Schmidt abbiano ripetutamente documentato motivi ricorrenti, reminiscenze, prestiti lessicali, calchi di immagini e rielaborazioni metriche ispirate soprattutto ai Carmi di Orazio. In un importante studio su Orazio e la sua ricezione nella lirica tedesca del Settecento, il filologo classico Ernst A. Schmidt riconduce al poeta latino il rinnovamento della lirica in Germania dopo il barocco, constatando che sulle sue odi si sono esercitati l’orecchio e la lingua dei poeti, e dall’ode più nota tra quelle dedicate a Bacco (3, 25) trae ispirazione tutta la poesia tedesca ditirambica e non rimata del Settecento. Questa stessa tradizione non poteva non influenzare Hölderlin, il più famoso poeta tedesco dell’entusiasmo dionisiaco, che proprio dall’incipit di quest’ode (Quo me, Bacche, rapis) probabilmente trae l’immagine della «reissende Zeit», del tempo «rapinoso», secondo la traduzione di Leone Traverso, e quindi dionisiaco (vari poeti, e un traduttore illustre come Herder, traducevano con «reissen» il rapio oraziano). Orazio ha inoltre una funzione decisiva per la rielaborazione dei miti titanici in quanto nelle sue odi il tema della battaglia tra dèi e Titani viene riproposto in chiave apertamente politica e con un preciso riferimento agli eventi contemporanei, in una situazione che ha non poche analogie con i sommovimenti violenti e le aspettative di pace dell'età di Hölderlin. Immagini e motivi legate alla funzione sovvertitrice ma anche mitigatrice di Bacco e alle battaglie dei Titani (che sino dall'antichità adombravano la nascita di un mondo nuovo dall'antico), percorrono l'opera di Hölderlin, in particolare quella più tarda, quasi a consacrare le lotte rivoluzionarie e le campagne napoleoniche, gli eventi esaltanti e terribili dell'ultimo quarto del secolo. Tali immagini, che affiorano spesso in una letteratura classico-romantica profondamente ancorata al mito greco ma intenta anche a proporre una mitologia nuova che fondi una nuova società, hanno in Hölderlin una rete di riferimenti e significati che non ha uguali tra i suoi contemporanei. Nel mio studio la nascita del complesso linguaggio mitologico di Hölderlin e soprattutto la sua concezione ambivalente del dionisiaco viene riletta e analizzata attraverso un puntuale confronto con quattro odi di Orazio: due dedicate a Bacco, e due che ne evocano l'immagine e gli influssi anche in relazione ai miti titanici (2,19 Bacchum in remotis; 3, 25 Quo me, Bacche, rapis; 3, 21 O nata mecum; 3, 4 Descende caelo). Numerosi passi delle poesie di Hölderlin attestano – ad esempio attraverso esercizi di traduzione – la rielaborazione di temi e immagini tratte dai carmi oraziani, ma che poi riemergono nel quadro delle teorie poetologiche e delle concezioni filosofiche hölderliniane modellate sul presente.
2010
9783899716955
Die Romantik: ein Gründungsmythos der Europäischen Moderne
225
246
V.Vivarelli
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
romantikk. vivarelli.pdf

Accesso chiuso

Tipologia: Altro
Licenza: Tutti i diritti riservati
Dimensione 5.14 MB
Formato Adobe PDF
5.14 MB Adobe PDF   Richiedi una copia

I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/600999
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact