The essay makes clear the emergence of a widespread emotion – "timor," the anguished feeling of a profound and frightening change in the times – in some Tuscan cities in the second half of the 1330s. An original interpretation is offered of three well-known "monuments" – the Florentine chronicle by Giovanni Villani, the frescoes by Buonamico Buffalmacco in the monumental cemetery in Pisa, and those by Ambrogio Lorenzetti in the Palazzo Pubblico of Siena – which, in the peculiarity of their respective cultural contexts, reveal the shared sense of turmoil that rocked the urban societies of those years. The natural catastrophes, economic crisis, constant state of war, fleeting nature of worldly power, and rise of "tyrannical regimes" were suddenly perceived by contemporaries as a sharp break compared with earlier generations. The "sweet life" depicted by Lorenzetti in the well-governed city, the well-being and power celebrated by Giovanni Villani, and the courtly amusements illustrated by Buffalmacco reflect a common language of anxiety, a sensation of unease and gloom in the face of dangers felt as real or potential. Il saggio evidenzia l'emergere di un’emozione diffusa – il "timor", il sentimento angoscioso di un profondo e pauroso mutamento dei tempi – in alcune città toscane nella seconda metà degli anni trenta del XIV secolo. È offerta un'interpretazione originale di tre “monumenti” ben noti – la cronaca fiorentina di Giovanni Villani, gli affreschi di Buonamico Buffalmacco nel Camposanto di Pisa e quelli di Ambrogio Lorenzetti nel palazzo pubblico di Siena – che, nella peculiarità dei rispettivi contesti culturali, svelano il comune sentimento di turbamento che scosse le società urbane di quegli anni. Le catastrofi naturali, la crisi economica, lo stato di guerra continuo, la caducità del potere mondano, l'affermazione di regimi “tirannici”, furono improvvisamente avvertiti dai contemporanei come una discontinuità forte rispetto alle generazioni precedenti. La «dolce vita» rappresentata dal Lorenzetti nella città ben governata, il benessere e la potenza celebrate da Giovanni Villani, lo svago cortese raffigurato da Buffalmacco, riflettono un comune linguaggio dell’angoscia, una sensazione di inquietudine e di sgomento nei confronti di pericoli avvertiti come reali o potenziali.

L’angoscia delle repubbliche. Il “timor” nell’Italia comunale degli anni trenta del Trecento / A. Zorzi. - STAMPA. - (2011), pp. 287-324.

L’angoscia delle repubbliche. Il “timor” nell’Italia comunale degli anni trenta del Trecento

ZORZI, ANDREA
2011

Abstract

The essay makes clear the emergence of a widespread emotion – "timor," the anguished feeling of a profound and frightening change in the times – in some Tuscan cities in the second half of the 1330s. An original interpretation is offered of three well-known "monuments" – the Florentine chronicle by Giovanni Villani, the frescoes by Buonamico Buffalmacco in the monumental cemetery in Pisa, and those by Ambrogio Lorenzetti in the Palazzo Pubblico of Siena – which, in the peculiarity of their respective cultural contexts, reveal the shared sense of turmoil that rocked the urban societies of those years. The natural catastrophes, economic crisis, constant state of war, fleeting nature of worldly power, and rise of "tyrannical regimes" were suddenly perceived by contemporaries as a sharp break compared with earlier generations. The "sweet life" depicted by Lorenzetti in the well-governed city, the well-being and power celebrated by Giovanni Villani, and the courtly amusements illustrated by Buffalmacco reflect a common language of anxiety, a sensation of unease and gloom in the face of dangers felt as real or potential. Il saggio evidenzia l'emergere di un’emozione diffusa – il "timor", il sentimento angoscioso di un profondo e pauroso mutamento dei tempi – in alcune città toscane nella seconda metà degli anni trenta del XIV secolo. È offerta un'interpretazione originale di tre “monumenti” ben noti – la cronaca fiorentina di Giovanni Villani, gli affreschi di Buonamico Buffalmacco nel Camposanto di Pisa e quelli di Ambrogio Lorenzetti nel palazzo pubblico di Siena – che, nella peculiarità dei rispettivi contesti culturali, svelano il comune sentimento di turbamento che scosse le società urbane di quegli anni. Le catastrofi naturali, la crisi economica, lo stato di guerra continuo, la caducità del potere mondano, l'affermazione di regimi “tirannici”, furono improvvisamente avvertiti dai contemporanei come una discontinuità forte rispetto alle generazioni precedenti. La «dolce vita» rappresentata dal Lorenzetti nella città ben governata, il benessere e la potenza celebrate da Giovanni Villani, lo svago cortese raffigurato da Buffalmacco, riflettono un comune linguaggio dell’angoscia, una sensazione di inquietudine e di sgomento nei confronti di pericoli avvertiti come reali o potenziali.
2011
9788883346927
The languages of the political society. Western Europe, 14th-17th centuries
287
324
A. Zorzi
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