La progettazione di complessi residenziali popolari negli anni ’50 ha notoriamennte permesso, nel territorio nazionale, sperimentazioni di tipologie urbanistiche e tipi edilizi, evoluzione della tradizione locale o derivati da altre realtà territoriali più all’avanguardia. In alcuni casi, questi quartieri sono stati considerati come prototipi, ed in altri rimasti invece commistioni fra tendenze architettoniche europeee, consolidate od innovative, e citazioni legate ad un linguaggio tipicamente neorealista. Essendo insediamenti residenziali, risultano in gran parte costituiti da edilizia che per la sua stessa natura si configura come “minore” rispetto alle architetture di tipo specialistico, ma nella progettazione dei quali troviamo comunque impegnati progettisti di particolare qualificazione accanto ad altri all’epoca meno emergenti. Spesso le condizioni di degrado di questi quartieri, sia relativamente al sistema ambientale/funzionale che a quello fisico/tecnologico, è elevato. Certamente una lettura accurata dei rapporti fra quartiere e città, dell’impianto distributivo complessivo, dell’organizzazone degli spazi costitutivi gli edifici e gli alloggi e delle proprietà relative alle tecniche costruttive e all’uso dei materiali, può aiutare a comprendere “globalmente” le qualità intrinseche e di relazione di questi complessi, e costituire la premessa per possibili trasformazioni. In riferimento a ciò, il Quartiere S.Giusto di Prato, progettato nel 1957/’58 dal gruppo coordinato da L.Quaroni, può certamente configurarsi come caso esemplare.

Tipologia, degrado, ipotesi di riqualificazione di un quartiere popolare “autosufficiente” INA-Casa: il caso del S.Giusto a Prato / F. Bazzocchi; V. Di Naso. - STAMPA. - (2008), pp. 375-389.

Tipologia, degrado, ipotesi di riqualificazione di un quartiere popolare “autosufficiente” INA-Casa: il caso del S.Giusto a Prato

BAZZOCCHI, FRIDA;DI NASO, VINCENZO
2008

Abstract

La progettazione di complessi residenziali popolari negli anni ’50 ha notoriamennte permesso, nel territorio nazionale, sperimentazioni di tipologie urbanistiche e tipi edilizi, evoluzione della tradizione locale o derivati da altre realtà territoriali più all’avanguardia. In alcuni casi, questi quartieri sono stati considerati come prototipi, ed in altri rimasti invece commistioni fra tendenze architettoniche europeee, consolidate od innovative, e citazioni legate ad un linguaggio tipicamente neorealista. Essendo insediamenti residenziali, risultano in gran parte costituiti da edilizia che per la sua stessa natura si configura come “minore” rispetto alle architetture di tipo specialistico, ma nella progettazione dei quali troviamo comunque impegnati progettisti di particolare qualificazione accanto ad altri all’epoca meno emergenti. Spesso le condizioni di degrado di questi quartieri, sia relativamente al sistema ambientale/funzionale che a quello fisico/tecnologico, è elevato. Certamente una lettura accurata dei rapporti fra quartiere e città, dell’impianto distributivo complessivo, dell’organizzazone degli spazi costitutivi gli edifici e gli alloggi e delle proprietà relative alle tecniche costruttive e all’uso dei materiali, può aiutare a comprendere “globalmente” le qualità intrinseche e di relazione di questi complessi, e costituire la premessa per possibili trasformazioni. In riferimento a ciò, il Quartiere S.Giusto di Prato, progettato nel 1957/’58 dal gruppo coordinato da L.Quaroni, può certamente configurarsi come caso esemplare.
2008
9788886729673
Linguaggio edilizio e sapere costruttivo
375
389
F. Bazzocchi; V. Di Naso
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