L’analisi delle imprese dal punto di vista della loro solidità mediante lo studio dei rispettivi bilanci, richiede, come fase preliminare, la selezione di un insieme relativamente ristretto fra gli indicatori che è possibile costruire sulla base delle poste di bilancio. La selezione preliminare di un numero limitato di variabili è opportuna in ogni analisi di classificazione, ma utilizzando indicatori di bilancio l’operazione risulta particolarmente importante: infatti non solo è verosimile che soltanto una parte di tale insieme risulti efficace nel distinguere le aziende in difficoltà da quelle più solide, ma soprattutto, essendo costruiti sulla base di un numero relativamente limitato di poste, molti di tali indicatori risultano in relazione più o meno stretta fra di loro. Obiettivo di questo lavoro è quello di fornire una possibile soluzione al problema della scelta di un numero limitato di indicatori di bilancio da utilizzare per la classificazione delle imprese. La soluzione proposta si avvale, quale strumento metodologico, dell’analisi di transvariazione, introdotta da Gini nel 1916 [Gini (1960a)] ma recentemente riproposta in vari contesti [Deutsch-Silber (1997)]. L’interesse per l’impiego di tale metodologia deriva principalmente da due considerazioni: 1) il suo carattere essenzialmente non parametrico, importante ai nostri fini perché evita il ricorso a modelli o ipotesi restrittive che rendano i risultati validi soltanto o comunque soprattutto per la metodologia impiegata; 2) la sua semplicità, che consente di comparare in tempi ragionevoli migliaia di combinazioni fra i diversi indicatori. Notiamo che gli indicatori di bilancio hanno però caratteristiche abbastanza differenti (quali ad esempio l’asimmetria anche marcata delle distribuzioni degli indicatori e la presenza di outliers) rispetto alle variabili di natura antropometrica che Gini era solito studiare con la sua metodologia. Questo fatto ha consigliato alcuni correttivi alla procedura di Gini che comunque non ne hanno alterato le caratteristiche generali. L’analisi è stata effettuata su un insieme di 884 imprese tessili del distretto industriale di Prato, di cui 843 attive e 41 fallite. Riguardo alle imprese attive, i bilanci a disposizione vanno dal 1993 al 1996, mentre per le fallite si dispone di un solo bilancio, relativo ad un anno qualsiasi del periodo indicato, che comunque precede la data del fallimento per non più di tre anni.

Selezione degli indicatori di bilancio per la classificazione delle imprese mediante l’analisi della transvariazione / F. Cipollini; P. Ganugi. - STAMPA. - (1999), pp. 385-426.

Selezione degli indicatori di bilancio per la classificazione delle imprese mediante l’analisi della transvariazione

CIPOLLINI, FABRIZIO;
1999

Abstract

L’analisi delle imprese dal punto di vista della loro solidità mediante lo studio dei rispettivi bilanci, richiede, come fase preliminare, la selezione di un insieme relativamente ristretto fra gli indicatori che è possibile costruire sulla base delle poste di bilancio. La selezione preliminare di un numero limitato di variabili è opportuna in ogni analisi di classificazione, ma utilizzando indicatori di bilancio l’operazione risulta particolarmente importante: infatti non solo è verosimile che soltanto una parte di tale insieme risulti efficace nel distinguere le aziende in difficoltà da quelle più solide, ma soprattutto, essendo costruiti sulla base di un numero relativamente limitato di poste, molti di tali indicatori risultano in relazione più o meno stretta fra di loro. Obiettivo di questo lavoro è quello di fornire una possibile soluzione al problema della scelta di un numero limitato di indicatori di bilancio da utilizzare per la classificazione delle imprese. La soluzione proposta si avvale, quale strumento metodologico, dell’analisi di transvariazione, introdotta da Gini nel 1916 [Gini (1960a)] ma recentemente riproposta in vari contesti [Deutsch-Silber (1997)]. L’interesse per l’impiego di tale metodologia deriva principalmente da due considerazioni: 1) il suo carattere essenzialmente non parametrico, importante ai nostri fini perché evita il ricorso a modelli o ipotesi restrittive che rendano i risultati validi soltanto o comunque soprattutto per la metodologia impiegata; 2) la sua semplicità, che consente di comparare in tempi ragionevoli migliaia di combinazioni fra i diversi indicatori. Notiamo che gli indicatori di bilancio hanno però caratteristiche abbastanza differenti (quali ad esempio l’asimmetria anche marcata delle distribuzioni degli indicatori e la presenza di outliers) rispetto alle variabili di natura antropometrica che Gini era solito studiare con la sua metodologia. Questo fatto ha consigliato alcuni correttivi alla procedura di Gini che comunque non ne hanno alterato le caratteristiche generali. L’analisi è stata effettuata su un insieme di 884 imprese tessili del distretto industriale di Prato, di cui 843 attive e 41 fallite. Riguardo alle imprese attive, i bilanci a disposizione vanno dal 1993 al 1996, mentre per le fallite si dispone di un solo bilancio, relativo ad un anno qualsiasi del periodo indicato, che comunque precede la data del fallimento per non più di tre anni.
1999
8846418700
Ricerche quantitative per la politica economica dei distretti industriali
385
426
F. Cipollini; P. Ganugi
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