Il capitolo tratta il fallimento delle elite turco-ottomane fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo nel creare una relazione virtuosa tra tre elementi: la famiglia, la società civile e lo stato relazione che avrebbero potuto consentire lo sviluppo di uno spazio pubblico, di istituzioni libere e della democrazia. Con la convinzione che tale sindrome autoritaria si sia annidata nelle relazioni più intime del potere e nei meccanismi di costruzione della mascolinità egemone, vengono indagati molteplici fattori che coinvolgono da una parte la cultura istituzionale ottomana, dall'altra la concezione musulmana del rapporto tra gli individui e la comunità. La combinazione di questi elementi ha prodotto una specifica narrazione di potere maschile e dominio, nelle sfere sia privata che pubblica, narrazione che ha avuto una pronunciata forza di resistenza e continuità durante il processo di modernizzazione. La straordinaria vitalità e capacità di adattamento alle nuove condizioni di questa tradizionale narrativa del potere maschile ha costituito il maggiore limite culturale delle elite turco-ottomane, non di meno consentendo a queste stesse elite di realizzare una delle più radicali modernizzazioni sociali, culturali e istituzionali del mondo musulmano senza dover modificare le strutture centrali delle relazioni di potere. Il capitolo analizza dunque questa specifica narrativa del potere attraverso i suoi elementi costitutivi con l’obiettivo di mostrare come essa abbia condizionato tutti i principali momenti di cambiamento nella storia della Turchia.
The Failures of Modernity: Family, Civil Society and State in the Passage from Ottoman Empire to Turkish Republic / A. Saracgil. - STAMPA. - (2013), pp. 197-218.
The Failures of Modernity: Family, Civil Society and State in the Passage from Ottoman Empire to Turkish Republic
SARACGIL, AYSE
2013
Abstract
Il capitolo tratta il fallimento delle elite turco-ottomane fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo nel creare una relazione virtuosa tra tre elementi: la famiglia, la società civile e lo stato relazione che avrebbero potuto consentire lo sviluppo di uno spazio pubblico, di istituzioni libere e della democrazia. Con la convinzione che tale sindrome autoritaria si sia annidata nelle relazioni più intime del potere e nei meccanismi di costruzione della mascolinità egemone, vengono indagati molteplici fattori che coinvolgono da una parte la cultura istituzionale ottomana, dall'altra la concezione musulmana del rapporto tra gli individui e la comunità. La combinazione di questi elementi ha prodotto una specifica narrazione di potere maschile e dominio, nelle sfere sia privata che pubblica, narrazione che ha avuto una pronunciata forza di resistenza e continuità durante il processo di modernizzazione. La straordinaria vitalità e capacità di adattamento alle nuove condizioni di questa tradizionale narrativa del potere maschile ha costituito il maggiore limite culturale delle elite turco-ottomane, non di meno consentendo a queste stesse elite di realizzare una delle più radicali modernizzazioni sociali, culturali e istituzionali del mondo musulmano senza dover modificare le strutture centrali delle relazioni di potere. Il capitolo analizza dunque questa specifica narrativa del potere attraverso i suoi elementi costitutivi con l’obiettivo di mostrare come essa abbia condizionato tutti i principali momenti di cambiamento nella storia della Turchia.File | Dimensione | Formato | |
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