Linee e percorsi della tutela dei diritti tra effettività della tutela e ricerca del ‘rito ideale’

Il contributo segue le linee evolutive del sistema della tutela dei diritti, in un percorso storico che, partendo dall’unificazione, arriva ai giorni nostri. Si mostra l’emergere di un diverso modo di guardare al diritto processuale, che si deve all’insegnamento chiovendiano, e che ha portato, «insieme», alla rivendicazione dell’autonomia dello studio del diritto processuale (non più appendice del diritto privato, ma fenomeno centrale del diritto pubblico, nel quale campeggia l’azione come diritto potestativo tendente all’attuazione della legge e il giudice è la figura cardine del rapporto processuale) e a un’analisi più attenta dei rapporti tra diritto sostanziale e processo, fino all’affermazione del principio - che tanta parte avrà nello sviluppo del pensiero successivo - per cui il processo deve dare al titolare di una situazione soggettiva «tutto quello e proprio quello» che il diritto sostanziale riconosce. L’evoluzione del sistema delle tutele ci porta a guardare alle diverse declinazioni del principio di effettività dell’art. 24 Cost., con riferimento ai rimedi apprestati rispetto all’inadempimento contrattuale, o all’impiego crescente del provvedimento d’urgenza a cautela di pericula in mora sempre nuovi, cui il legislatore non ha potuto ovviare con strumenti tipici; alla creazione di nuove forme di tutela, sia attraverso il potenziamento del ruolo e dei poteri delle Autorità amministrative indipendenti, sia attraverso la spinta verso i sistemi alternativi di risoluzione delle controversie; alle scelte di marca più strettamente procedurale, quali quelle assunte in punto di semplificazione dei riti, poi contraddette con l’introduzione di riti ad hoc o con il proliferare del modello camerale nelle leggi speciali. Il tutto in un equilibrio costante tra analisi del diritto sostanziale e analisi del diritto processuale.