Nel 1983 uscì La armada Brancaleone, versione in lingua originale con sottotitoli in castigliano del capolavoro di Monicelli campione d’incassi nel 1966s, storia di un antieroe cavalleresco interpretato da Vittorio Gassman. Il pubblico l’amò non solo per la geniale vicenda dello sgangherato cavaliere medievale dal cuore nobile, Brancaleone da Norcia, a capo da un’esigua e quanto mai sgangherata compagnia di ventura, ma soprattutto per l’invenzione di un linguaggio dirompente, dissacrante nei confronti della tradizione colta, irreale ed allo stesso tempo estremamente concreto e verace. I dialoghi sono ricchi di riferimenti colti e popolari, di tradizione e modernità, di latino e “latinorum”, di dialetto, di termini classici, raffinati, bassi e volgari, in un pastiche linguistico difficilmente riproducibile. Oggetto del nostro studio sarà l’analisi della sottotitolazione in castigliano dei dialoghi de L’armada Brancaleone, dei suoi successi o delle evidenti sconfitte, dei compromessi davanti ai quali il traduttore ha dovuto inevitabilmente arrendersi, nell’impossibilità di riprodurre nella stessa misura la varietà della parodia, delle antifrasi, dell’enfasi, delle allusioni storiche, letterarie, retoriche e tematiche presenti nell’originale linguaggio filmico de L’armata Brancaleone. La differenza e la distanza dei due codici –il parlato filmico italiano e la sottotitolazione in castigliano– si evidenziano con maggiore intensità nei casi di pellicole come questa, in cui sovente nel trasferimento linguistico si verifica una neutralizzazione delle ricche variazioni stilistiche e di registro presenti nel parlato dei vari personaggi, identificati nell’originale in base all’individuale specificità o peculiarità del proprio particolarissimo pastiche linguistico. Analizzeremo anche la trasformazione e la neutralizzazione subita dal pirotecnico linguaggio inventato dai due sceneggiatori Incrocci e Scarpelli e cercheremo di dimostrare quanto e come diamesia, diafasia, diastrasia e diatopia abbiano inciso nel successo e nella ricezione del film.

La sottotitolazione spagnola de L’Armata Brancaleone: un «nero periglio che vien da lo mare» / A. Fiore. - STAMPA. - (2012), pp. 171-181.

La sottotitolazione spagnola de L’Armata Brancaleone: un «nero periglio che vien da lo mare»

FIORE, ARIANNA
2012

Abstract

Nel 1983 uscì La armada Brancaleone, versione in lingua originale con sottotitoli in castigliano del capolavoro di Monicelli campione d’incassi nel 1966s, storia di un antieroe cavalleresco interpretato da Vittorio Gassman. Il pubblico l’amò non solo per la geniale vicenda dello sgangherato cavaliere medievale dal cuore nobile, Brancaleone da Norcia, a capo da un’esigua e quanto mai sgangherata compagnia di ventura, ma soprattutto per l’invenzione di un linguaggio dirompente, dissacrante nei confronti della tradizione colta, irreale ed allo stesso tempo estremamente concreto e verace. I dialoghi sono ricchi di riferimenti colti e popolari, di tradizione e modernità, di latino e “latinorum”, di dialetto, di termini classici, raffinati, bassi e volgari, in un pastiche linguistico difficilmente riproducibile. Oggetto del nostro studio sarà l’analisi della sottotitolazione in castigliano dei dialoghi de L’armada Brancaleone, dei suoi successi o delle evidenti sconfitte, dei compromessi davanti ai quali il traduttore ha dovuto inevitabilmente arrendersi, nell’impossibilità di riprodurre nella stessa misura la varietà della parodia, delle antifrasi, dell’enfasi, delle allusioni storiche, letterarie, retoriche e tematiche presenti nell’originale linguaggio filmico de L’armata Brancaleone. La differenza e la distanza dei due codici –il parlato filmico italiano e la sottotitolazione in castigliano– si evidenziano con maggiore intensità nei casi di pellicole come questa, in cui sovente nel trasferimento linguistico si verifica una neutralizzazione delle ricche variazioni stilistiche e di registro presenti nel parlato dei vari personaggi, identificati nell’originale in base all’individuale specificità o peculiarità del proprio particolarissimo pastiche linguistico. Analizzeremo anche la trasformazione e la neutralizzazione subita dal pirotecnico linguaggio inventato dai due sceneggiatori Incrocci e Scarpelli e cercheremo di dimostrare quanto e come diamesia, diafasia, diastrasia e diatopia abbiano inciso nel successo e nella ricezione del film.
2012
9788890789717
Il dialogo. Lingue, letterature, linguaggi, culture
171
181
A. Fiore
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