Zur Ökonomisierung des Lebens: „Pecunia et patrimonium dicitur vita hominis“

Si tratta di un contributo scritto per un volume pubblicato in onore del grande civilista e teorico del diritto Rudolf Wiethölter in occasione del suo 100. semestre di insegnamento alla J. W. Goethe Universität di Francoforte sul Meno. Nel testo si illustra il modo in cui la prassi del “Recht-Fertigungs-Lehrer” Rudolf Wiethölter con il suo seminario al 3. piano dello Juridicum alla Senckenberganlage abbia interagito con l’attività scientifica e di ricerca dello scrivente. Questo avviene ricostruendo l’ibridazione tra tale prassi e il lavoro alla seconda edizione della monografia pubblicata dallo scrivente nel 2013, Das Leben des fliehenden Diebes: Ein strafrechtliches Politikum, Frankfurt am Main. Nel contributo si ricorda come durante tale lavoro l’attenzione dello scrivente sia stata richiamata da una linea argomentativa a favore dell’esenzione da pena della legittima difesa mortale a tutela della proprietà sviluppata per la Germania da Benedikt Carpzov, che definiva i beni “alter hominis sanguis” e il denaro e i beni stessi “vita hominis”. Nel testo si propone un abbozzo di genealogia di tale argomento, partendo dalla sua considerazione in “Gargantua e Pantagruele” di Francois Rabelais e dalla considerazione delle fonti medioevali di Carpzov. Vengono così tra l’altro analizzati i relativi passi nella Glossa di Accursio, in Bartolo di Sassoferrato e in Baldo degli Ubaldi, riferentesi a C.2.7.14 e alla sua tematizzazione del ruolo degli “advocati”, del loro difendere quasi come dei soldati in guerra “la vita” e quindi implicitamente anche il denaro e il patrimonio, delle persone che si trovano in condizioni di necessità, arrivando infine proprio alla disputa delle arti tra la medicina e la giurisprudenza in Coluccio Salutati, nella quale proprio Rudolf Wiethölter ha visto in un suo importante scritto l’emersione di una concezione moderna del “diritto” fatta di interventi di natura quasi “medicale”