Nell’ultimo decennio, la pratica ed il successo della pianificazione territoriale di coordinamento provinciale hanno registrato un duplice e divaricato andamento. Da un lato, prevalentemente nelle regioni centro-settentrionali, la pianificazione territoriale ha consumato la fase iniziale di strumentazione autoritativa e dirigista, connessa alla sua prima generazione, per avviarne la sperimentazione di una seconda e più innovativa, funzionale all’espletamento di quel ruolo intermedio di pianificazione e gestione del territorio che fu alla base, negli anni ’60, della creazione a titolo sperimentale dei comprensori, che tuttavia non riuscirono ad avere adeguato e pieno sviluppo. Dall’altro, prevalentemente nelle regioni meridionali, tale forma di pianificazione è rimasta al palo, arenandosi generalmente allo stadio di mera elaborazione o di proposta politica, senza trasformarsi in reale punto di riferimento programmatico e operativo per l’insieme dei comuni amministrativamente ricompresi. Il contributo approfondisce i caratteri distinguibili del complessivo scenario descritto, per individuare le luci e le ombre che lo contraddistinguono, da analizzare nel dettaglio dei singoli processi di pianificazione territoriale di coordinamento provinciale.
I piani territoriali di coordinamento provinciale / Lingua V.; Gerundo R.. - STAMPA. - (2011), pp. 143-164.
I piani territoriali di coordinamento provinciale
LINGUA, VALERIA;
2011
Abstract
Nell’ultimo decennio, la pratica ed il successo della pianificazione territoriale di coordinamento provinciale hanno registrato un duplice e divaricato andamento. Da un lato, prevalentemente nelle regioni centro-settentrionali, la pianificazione territoriale ha consumato la fase iniziale di strumentazione autoritativa e dirigista, connessa alla sua prima generazione, per avviarne la sperimentazione di una seconda e più innovativa, funzionale all’espletamento di quel ruolo intermedio di pianificazione e gestione del territorio che fu alla base, negli anni ’60, della creazione a titolo sperimentale dei comprensori, che tuttavia non riuscirono ad avere adeguato e pieno sviluppo. Dall’altro, prevalentemente nelle regioni meridionali, tale forma di pianificazione è rimasta al palo, arenandosi generalmente allo stadio di mera elaborazione o di proposta politica, senza trasformarsi in reale punto di riferimento programmatico e operativo per l’insieme dei comuni amministrativamente ricompresi. Il contributo approfondisce i caratteri distinguibili del complessivo scenario descritto, per individuare le luci e le ombre che lo contraddistinguono, da analizzare nel dettaglio dei singoli processi di pianificazione territoriale di coordinamento provinciale.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.