Lo studio di Anthenelli e colleghi sembra dunque comprovare l’efficacia della vareniclina come farmaco antifumo nei pazienti con depressione, non riscontrando per altro effetti collaterali importanti sulla base dei quali possa esserne sconsigliata la somministrazione in pazienti con DDM attuale o pregresso. Sembra andare a confermare quanto già osservato in altri studi condotti precedentemente per esempio su pazienti ancora più a rischio quali ad esempio quelli con diagnosi di disturbo bipolare [5]. Tuttavia, gli stessi autori dell’articolo sottolineano opportuno ricordare che alcuni partecipanti hanno interrotto il trattamento prima delle fine dell’esperimento, causando una perdita di dati che potrebbe aver influenzato i risultati. Inoltre, tali risultati non possono essere generalizzati a pazienti con MDD non trattato o che presentino un’ulteriore e concomitante patologia psichiatrica o che stiano assumendo stabilizzatori dell’umore o antipsicotici. Gli autori raccomandano ai clinici che operano nell’ambito della cessazione del fumo particolare prudenza nel trattare fumatori depressi con disturbi psichiatrici complessi. In questo senso, è da notare che la ricerca citata esclude soggetti con disturbi psichiatrici di Asse I diversi dal DDM o con disturbi di personalità in quanto possibili fattori di rischio per la comparsa di condotte autolesive o discontrollate.

Effetti della Vareniclina sulla depressione maggiore / Giulia Anna Aldi; Fiammetta Cosci. - In: TABACCOLOGIA. - ISSN 1970-1187. - STAMPA. - 4:(2013), pp. 15-16.

Effetti della Vareniclina sulla depressione maggiore

COSCI, FIAMMETTA
2013

Abstract

Lo studio di Anthenelli e colleghi sembra dunque comprovare l’efficacia della vareniclina come farmaco antifumo nei pazienti con depressione, non riscontrando per altro effetti collaterali importanti sulla base dei quali possa esserne sconsigliata la somministrazione in pazienti con DDM attuale o pregresso. Sembra andare a confermare quanto già osservato in altri studi condotti precedentemente per esempio su pazienti ancora più a rischio quali ad esempio quelli con diagnosi di disturbo bipolare [5]. Tuttavia, gli stessi autori dell’articolo sottolineano opportuno ricordare che alcuni partecipanti hanno interrotto il trattamento prima delle fine dell’esperimento, causando una perdita di dati che potrebbe aver influenzato i risultati. Inoltre, tali risultati non possono essere generalizzati a pazienti con MDD non trattato o che presentino un’ulteriore e concomitante patologia psichiatrica o che stiano assumendo stabilizzatori dell’umore o antipsicotici. Gli autori raccomandano ai clinici che operano nell’ambito della cessazione del fumo particolare prudenza nel trattare fumatori depressi con disturbi psichiatrici complessi. In questo senso, è da notare che la ricerca citata esclude soggetti con disturbi psichiatrici di Asse I diversi dal DDM o con disturbi di personalità in quanto possibili fattori di rischio per la comparsa di condotte autolesive o discontrollate.
2013
Giulia Anna Aldi; Fiammetta Cosci
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