The tradition of Italian libraries is primarily a tradition of research-scholars and librarians. The Italian library system of the past has been polycentric, and represented worthily cultural events in Italy. According to Luigi Crocetti, this tradition was interrupted with: 1) the Gentile Reform (1923), which has transformed the librarians into bureaucrats; 2) the law sought by another great intellectual, Giovanni Spadolini, which made the state libraries "peripheral organs of the Ministry", transforming libraries from propulsion cultural centers in bureaucratic structures. That's the reason – for the Italian libraries – we speak of the past rather than tradition. A heavy past that mainly affects large ministerial structures that are characterized by their bureaucratic rather than for the service rendered to the citizens. The contribution cites the positive role of the Commissione Cibrario, Giuseppe Fumagalli (who had fully accepted the lesson of cataloging of Charles Cutter), Guido Biagi, and Giuliano Bonazzi. The author believes that, for the Italian cataloging, one can speak of a tradition; the author cites as an example the first official code of cataloging of 1921 (published in 1922), the Rules of 1956, RICA (1979), and REICAT (2009). Through this tradition, Italy has been able to contribute to the definition of International Cataloguing Principles (ICP) in 2009 and ISBD, consolidated edition, in 2011. La tradizione delle biblioteche italiane è principalmente una tradizione di studi e di bibliotecari-studiosi. Il sistema bibliotecario italiano del passato è stato policentrico e ha rappresentato degnamente le vicende culturali del nostro paese. Secondo Luigi Crocetti questa tradizione si è interrotta con la Riforma Gentile (1923), che ha trasformato i bibliotecari in burocrati, e con la legge voluta da un altro grande intellettuale, Giovanni Spadolini, che ha reso le biblioteche statali “organi periferici del Ministero”, trasformando le biblioteche da centri di propulsione culturale a strutture burocratizzate. Ecco il motivo per cui – per le biblioteche italiane – si parla, di passato piuttosto che di tradizione. Un passato pesante che riguarda soprattutto le grandi strutture ministeriali che si caratterizzano per il loro carattere burocratico anziché per il servizio reso ai cittadini. Il contributo cita il ruolo positivo della Commissione Cibrario, di Giuseppe Fumagalli (che aveva accolto pienamente la lezione catalografica di Charles Cutter), di Guido Biagi e di Giuliano Bonazzi. L’autore ritiene che, per l’ambito catalografico italiano, si possa parlare di una tradizione; cita ad esempio il primo codice ufficiale di catalogazione del 1921 (pubblicato nel 1922), le Regole del 1956, le RICA del 1979 e le REICAT del 2009. Grazie a questa tradizione, l’Italia ha potuto contribuire alla definizione dei Principi di catalogazione internazionali (ICP) del 2009 e dell’ISBD, edizione consolidata, del 2011.
"Più passato che tradizione" : 150 anni di biblioteconomia italiana? / Mauro Guerrini. - STAMPA. - (2012), pp. 13-17.
"Più passato che tradizione" : 150 anni di biblioteconomia italiana?
GUERRINI, MAURO
2012
Abstract
The tradition of Italian libraries is primarily a tradition of research-scholars and librarians. The Italian library system of the past has been polycentric, and represented worthily cultural events in Italy. According to Luigi Crocetti, this tradition was interrupted with: 1) the Gentile Reform (1923), which has transformed the librarians into bureaucrats; 2) the law sought by another great intellectual, Giovanni Spadolini, which made the state libraries "peripheral organs of the Ministry", transforming libraries from propulsion cultural centers in bureaucratic structures. That's the reason – for the Italian libraries – we speak of the past rather than tradition. A heavy past that mainly affects large ministerial structures that are characterized by their bureaucratic rather than for the service rendered to the citizens. The contribution cites the positive role of the Commissione Cibrario, Giuseppe Fumagalli (who had fully accepted the lesson of cataloging of Charles Cutter), Guido Biagi, and Giuliano Bonazzi. The author believes that, for the Italian cataloging, one can speak of a tradition; the author cites as an example the first official code of cataloging of 1921 (published in 1922), the Rules of 1956, RICA (1979), and REICAT (2009). Through this tradition, Italy has been able to contribute to the definition of International Cataloguing Principles (ICP) in 2009 and ISBD, consolidated edition, in 2011. La tradizione delle biblioteche italiane è principalmente una tradizione di studi e di bibliotecari-studiosi. Il sistema bibliotecario italiano del passato è stato policentrico e ha rappresentato degnamente le vicende culturali del nostro paese. Secondo Luigi Crocetti questa tradizione si è interrotta con la Riforma Gentile (1923), che ha trasformato i bibliotecari in burocrati, e con la legge voluta da un altro grande intellettuale, Giovanni Spadolini, che ha reso le biblioteche statali “organi periferici del Ministero”, trasformando le biblioteche da centri di propulsione culturale a strutture burocratizzate. Ecco il motivo per cui – per le biblioteche italiane – si parla, di passato piuttosto che di tradizione. Un passato pesante che riguarda soprattutto le grandi strutture ministeriali che si caratterizzano per il loro carattere burocratico anziché per il servizio reso ai cittadini. Il contributo cita il ruolo positivo della Commissione Cibrario, di Giuseppe Fumagalli (che aveva accolto pienamente la lezione catalografica di Charles Cutter), di Guido Biagi e di Giuliano Bonazzi. L’autore ritiene che, per l’ambito catalografico italiano, si possa parlare di una tradizione; cita ad esempio il primo codice ufficiale di catalogazione del 1921 (pubblicato nel 1922), le Regole del 1956, le RICA del 1979 e le REICAT del 2009. Grazie a questa tradizione, l’Italia ha potuto contribuire alla definizione dei Principi di catalogazione internazionali (ICP) del 2009 e dell’ISBD, edizione consolidata, del 2011.File | Dimensione | Formato | |
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