L’introduzione dell’impresa sociale nel panorama giuridico nazionale appare piuttosto recente. Seppure parte della dottrina tende a ricondurre al 1991 – e precisamente alla legge 381 sulla cooperazione sociale – il riconoscimento dell’imprenditorialità sociale, è soltanto con il D.lgs 155/2006 e i collegati Dd.Mm. 24.01.08 che risulta espressamente disciplinata l’impresa sociale. Si tratta di un attore particolare, per il quale il legislatore, nel lasciare estrema libertà sotto il profilo dell’assetto istituzionale originario – tutte le organizzazioni private, ivi compresi gli enti di cui al libro V del codice civile – prescrive i possibili ambiti di operatività, legandoli al perseguimento di utilità sociale e alla realizzazione di finalità di interesse generale. Appare dunque di estremo interesse analizzare il concreto sviluppo di tale brand legale, valutandone la base sociale nonché la presenza in termini di settori di attività e rilevanza economica. In questo senso il presente approfondimento ha come obiettivo la verifica delle caratteristiche istituzionali e della rilevanza economica che il fenomeno “impresa sociale” ha assunto nei primi anni di operatività, intendendo verificarne l’evoluzione nel periodo di osservazione. L’obiettivo è stato perseguito attraverso un’analisi empirica tesa ad indagare: – le forme giuridiche adottate; – la distribuzione territoriale; – i principali settori di attività economica, individuati dalla classificazione Ateco; – i fondamentali economico-patrimoniali risultanti dai bilanci di esercizio, ove regolarmente depositati delle imprese sociali iscritte alla data del 31 dicembre 2010, 2011 e 2012 nella apposita sezione del Registro Imprese, con riferimento all’intero territorio nazionale. L’analisi è stata condotta sui dati censiti dal Repertorio Economico Amministrativo (R.E.A.) delle Camere di commercio italiane al 31 dicembre di ciascuna annualità indagata e sui dati dei bilanci di esercizio 2010, 2011 e 2012 depositati dalle imprese sociali italiane presso il Registro Imprese. Nel prosieguo si procederà ad illustrare la metodologia impiegata per la raccolta dei dati analizzati ed il percorso adottato per la ricerca (paragrafo 5.1) oltre a presentarne i relativi risultati (paragrafo 5.2), concentrando l’attenzione sui dati relativi ai settori di attività “istruzione” e “sanità e assistenza sociale” (paragrafo 5.3). Si conclude infine, con l’esposizione di una sintesi dei risultati principali a cui è stato possibile addivenire con il presente studio.
Il profilo aziendale dell’impresa sociale ex lege / Luca Bagnoli; Simone Toccafondi. - ELETTRONICO. - (2014), pp. 87-114.
Il profilo aziendale dell’impresa sociale ex lege
BAGNOLI, LUCA;TOCCAFONDI, SIMONE
2014
Abstract
L’introduzione dell’impresa sociale nel panorama giuridico nazionale appare piuttosto recente. Seppure parte della dottrina tende a ricondurre al 1991 – e precisamente alla legge 381 sulla cooperazione sociale – il riconoscimento dell’imprenditorialità sociale, è soltanto con il D.lgs 155/2006 e i collegati Dd.Mm. 24.01.08 che risulta espressamente disciplinata l’impresa sociale. Si tratta di un attore particolare, per il quale il legislatore, nel lasciare estrema libertà sotto il profilo dell’assetto istituzionale originario – tutte le organizzazioni private, ivi compresi gli enti di cui al libro V del codice civile – prescrive i possibili ambiti di operatività, legandoli al perseguimento di utilità sociale e alla realizzazione di finalità di interesse generale. Appare dunque di estremo interesse analizzare il concreto sviluppo di tale brand legale, valutandone la base sociale nonché la presenza in termini di settori di attività e rilevanza economica. In questo senso il presente approfondimento ha come obiettivo la verifica delle caratteristiche istituzionali e della rilevanza economica che il fenomeno “impresa sociale” ha assunto nei primi anni di operatività, intendendo verificarne l’evoluzione nel periodo di osservazione. L’obiettivo è stato perseguito attraverso un’analisi empirica tesa ad indagare: – le forme giuridiche adottate; – la distribuzione territoriale; – i principali settori di attività economica, individuati dalla classificazione Ateco; – i fondamentali economico-patrimoniali risultanti dai bilanci di esercizio, ove regolarmente depositati delle imprese sociali iscritte alla data del 31 dicembre 2010, 2011 e 2012 nella apposita sezione del Registro Imprese, con riferimento all’intero territorio nazionale. L’analisi è stata condotta sui dati censiti dal Repertorio Economico Amministrativo (R.E.A.) delle Camere di commercio italiane al 31 dicembre di ciascuna annualità indagata e sui dati dei bilanci di esercizio 2010, 2011 e 2012 depositati dalle imprese sociali italiane presso il Registro Imprese. Nel prosieguo si procederà ad illustrare la metodologia impiegata per la raccolta dei dati analizzati ed il percorso adottato per la ricerca (paragrafo 5.1) oltre a presentarne i relativi risultati (paragrafo 5.2), concentrando l’attenzione sui dati relativi ai settori di attività “istruzione” e “sanità e assistenza sociale” (paragrafo 5.3). Si conclude infine, con l’esposizione di una sintesi dei risultati principali a cui è stato possibile addivenire con il presente studio.File | Dimensione | Formato | |
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