Basandomi sulla teoria delle continuazioni (proleptique, analeptique, elleptique e paraleptique) di Genette, ho dimostrato l’incompiutezza multidirezionale delle opere sul cancro. La scrittura autobiografica sulla neoplasia è spesso caratterizzata dall’assenza di uno sviluppo paralettico. Talvolta gli altri vengono volontariamente esclusi e non considerati; talaltra il malato stesso, in una sorta di conventio ad excludendum dalla sofferenza, non riesce a quantificare né trascrivere il dolore di chi lo circonda. Altrettanto poco usale è la continuation elleptique. Per ragioni logicamente intuibili, tra cui le difficoltà fisiche per le cure invasive, il testo dell’oncomalato non può essere frutto di impegno e dedizione quotidiani, ma è costellato di soluzioni di continuità. I lavori autobiografici recenti prendono l’abbrivio dalla diagnosi che segna la svolta, uno scatto improvviso che fa ripartire il tempo da zero. Qualche volta il racconto fa il suo esordio leggermente in anticipo rispetto alla presa di coscienza della malattia, ma con un intento piuttosto ovvio di dimostrare il contrasto tra la spensieratezza quo ante e l’esistere precario e ansiogeno sotto la spada di Damocle del male. A volte, in queste pagine, appare la data e addirittura l’ora esatta del referto medico che divide nettamente la vita, come uno spartiacque, in un prima e un dopo. La prosecuzione prolettica, su cui ho riflettuto maggiormente, o il discorso sul compimento del libro nel senso più stretto del termine, è inoppugnabilmente più rilevante per la cancrografia. Talvolta gli scritti non vengono nemmeno portati a termine dagli autori, come avviene nella Fine è il mio inizio di Terzani trascritto dal figlio Folco, Un cappello pieno di ciliege della Fallaci, curato dal nipote ed erede universale Edoardo Perazzi o Raccontami nonno... di De Rienzo, apparso in libreria grazie all’impegno e alla cura della moglie, Vittoria Haziel.

«LO FINIRÒ? NON LO FINIRÒ?». SFOGLIARE LA CANCROMARGHERITA / Oleksandra Rekut Liberatore. - STAMPA. - (2015), pp. 483-505.

«LO FINIRÒ? NON LO FINIRÒ?». SFOGLIARE LA CANCROMARGHERITA

REKUT, OLEKSANDRA
2015

Abstract

Basandomi sulla teoria delle continuazioni (proleptique, analeptique, elleptique e paraleptique) di Genette, ho dimostrato l’incompiutezza multidirezionale delle opere sul cancro. La scrittura autobiografica sulla neoplasia è spesso caratterizzata dall’assenza di uno sviluppo paralettico. Talvolta gli altri vengono volontariamente esclusi e non considerati; talaltra il malato stesso, in una sorta di conventio ad excludendum dalla sofferenza, non riesce a quantificare né trascrivere il dolore di chi lo circonda. Altrettanto poco usale è la continuation elleptique. Per ragioni logicamente intuibili, tra cui le difficoltà fisiche per le cure invasive, il testo dell’oncomalato non può essere frutto di impegno e dedizione quotidiani, ma è costellato di soluzioni di continuità. I lavori autobiografici recenti prendono l’abbrivio dalla diagnosi che segna la svolta, uno scatto improvviso che fa ripartire il tempo da zero. Qualche volta il racconto fa il suo esordio leggermente in anticipo rispetto alla presa di coscienza della malattia, ma con un intento piuttosto ovvio di dimostrare il contrasto tra la spensieratezza quo ante e l’esistere precario e ansiogeno sotto la spada di Damocle del male. A volte, in queste pagine, appare la data e addirittura l’ora esatta del referto medico che divide nettamente la vita, come uno spartiacque, in un prima e un dopo. La prosecuzione prolettica, su cui ho riflettuto maggiormente, o il discorso sul compimento del libro nel senso più stretto del termine, è inoppugnabilmente più rilevante per la cancrografia. Talvolta gli scritti non vengono nemmeno portati a termine dagli autori, come avviene nella Fine è il mio inizio di Terzani trascritto dal figlio Folco, Un cappello pieno di ciliege della Fallaci, curato dal nipote ed erede universale Edoardo Perazzi o Raccontami nonno... di De Rienzo, apparso in libreria grazie all’impegno e alla cura della moglie, Vittoria Haziel.
2015
9788866557289
Non finito, opera interrotta e modernità
483
505
Oleksandra Rekut Liberatore
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/993633
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact