In letteratura vi sono molti studi che hanno come obiettivo l’individuazione dei predittori della dislessia. Recentemente alcuni autori hanno sollevato la questione relativa alla predittività della consapevolezza fonologica sulla dislessia (Wimmer & Schurz, 2010), in particolare nelle lingue ad ortografia trasparente. Bigozzi et al. (2014) hanno individuato come predittore della dislessia il fattore “Conoscenze concettuali sul codice scritto” rilevato a cinque anni. Il presente studio si focalizza sulla scrittura ed ha come obiettivo quello di individuare i predittori della disortografia prima dell’inizio dell’alfabetizzazione formalizzata. E’ stato condotto uno studio di coorte prospettico di 4 anni, hanno partecipato allo studio 642 bambini (anni 4.98±.31) frequentanti l’ultimo anno di scuola dell’infanzia. Sono state valutate le prestazioni di tutti i bambini in tre fattori costitutivi del Modello di alfabetizzazione emergente messo a punto da Pinto e collaboratori (2009): “Consapevolezza fonologica”, “Competenza testuale” e “Conoscenza concettuale del codice scritto”. In terza classe della scuola primaria sono stati individuati, tra questi stessi bambini, 18 dislessici/disortografici e 13 disortografici puri. I risultati mostrano che le prestazioni alla scuola dell’infanzia dei bambini che in terza hanno ricevuto diagnosi di disortografia pura e dislessia/disortografia sono significativamente diverse dagli altri nel fattore “Conoscenza concettuale del codice scritto” . Sia i dislessici che i disortografici puri non si differenziano dagli altri nella “Consapevolezza fonologica” e “Competenza testuale”. Il risultato più importante e nuovo dello studio è la predittività del fattore “conoscenza concettuale del codice scritto” sulla disortografia pura, oltre alla conferma che il medesimo fattore è predittivo anche della dislessia con disortografia. Le due popolazioni cliniche sono simili alla scuola dell’infanzia, anche se in terza mostrano differenti pattern di deficit: gli uni hanno una significativa difficoltà sia in lettura che in ortografia, gli altri, pur avendo un deficit nell’ortografia, leggono normalmente. I risultati possono essere interpretati in accordo con Newman et al. (1993): dislessia e disortografia sono parte di un continuum, ma il deficit in ortografia può essere visto come una difficoltà residuale di alunni che hanno compensato precocemente difficoltà di lettura e che riescono a riconoscere la forma ortografica della parola da leggere ma non ad averla così immediatamente disponibile da poterla riprodurre nella scrittura.

Predire la dislessia e la disortografia: uno studio di coorte prospettico di 4 anni / Lucia, Bigozzi; Giuliana, Pinto; Christian, Tarchi; Corrado, Caudek. - ELETTRONICO. - (2015), pp. 0-0. (Intervento presentato al convegno XXVIII Congresso Nazionale AIP, Sezione Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione).

Predire la dislessia e la disortografia: uno studio di coorte prospettico di 4 anni

BIGOZZI, LUCIA;PINTO, GIULIANA;TARCHI, CHRISTIAN;CAUDEK, CORRADO
2015

Abstract

In letteratura vi sono molti studi che hanno come obiettivo l’individuazione dei predittori della dislessia. Recentemente alcuni autori hanno sollevato la questione relativa alla predittività della consapevolezza fonologica sulla dislessia (Wimmer & Schurz, 2010), in particolare nelle lingue ad ortografia trasparente. Bigozzi et al. (2014) hanno individuato come predittore della dislessia il fattore “Conoscenze concettuali sul codice scritto” rilevato a cinque anni. Il presente studio si focalizza sulla scrittura ed ha come obiettivo quello di individuare i predittori della disortografia prima dell’inizio dell’alfabetizzazione formalizzata. E’ stato condotto uno studio di coorte prospettico di 4 anni, hanno partecipato allo studio 642 bambini (anni 4.98±.31) frequentanti l’ultimo anno di scuola dell’infanzia. Sono state valutate le prestazioni di tutti i bambini in tre fattori costitutivi del Modello di alfabetizzazione emergente messo a punto da Pinto e collaboratori (2009): “Consapevolezza fonologica”, “Competenza testuale” e “Conoscenza concettuale del codice scritto”. In terza classe della scuola primaria sono stati individuati, tra questi stessi bambini, 18 dislessici/disortografici e 13 disortografici puri. I risultati mostrano che le prestazioni alla scuola dell’infanzia dei bambini che in terza hanno ricevuto diagnosi di disortografia pura e dislessia/disortografia sono significativamente diverse dagli altri nel fattore “Conoscenza concettuale del codice scritto” . Sia i dislessici che i disortografici puri non si differenziano dagli altri nella “Consapevolezza fonologica” e “Competenza testuale”. Il risultato più importante e nuovo dello studio è la predittività del fattore “conoscenza concettuale del codice scritto” sulla disortografia pura, oltre alla conferma che il medesimo fattore è predittivo anche della dislessia con disortografia. Le due popolazioni cliniche sono simili alla scuola dell’infanzia, anche se in terza mostrano differenti pattern di deficit: gli uni hanno una significativa difficoltà sia in lettura che in ortografia, gli altri, pur avendo un deficit nell’ortografia, leggono normalmente. I risultati possono essere interpretati in accordo con Newman et al. (1993): dislessia e disortografia sono parte di un continuum, ma il deficit in ortografia può essere visto come una difficoltà residuale di alunni che hanno compensato precocemente difficoltà di lettura e che riescono a riconoscere la forma ortografica della parola da leggere ma non ad averla così immediatamente disponibile da poterla riprodurre nella scrittura.
2015
AIP, Sezione Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione
XXVIII Congresso Nazionale AIP, Sezione Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione
Lucia, Bigozzi; Giuliana, Pinto; Christian, Tarchi; Corrado, Caudek
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