L’emozionalità espressa, considerata come differenza individuale o come abilità di regolare la propria attivazione emotiva, rappresenta un importante predittore della posizione sociale occupata dai bambini all’interno del gruppo dei pari. Questo contributo intende esplorare l’associazione tra tre diverse forme di relazioni problematiche nel gruppo dei pari (rifiuto sociometrico, isolamento da parte dei pari e autoisolamento) e l’emozionalità espressa all’interno dello stesso (felicità, tristezza, rabbia, paura). Hanno partecipato alla ricerca 529 studenti di scuola secondaria di primo grado (247 m e 282 f) con età media di 12 anni e 7 mesi (ds = 1 anno e 2 mesi). La preadolescenza è stata scelta in quanto in questo periodo il gruppo dei pari diviene particolarmente saliente per i compiti evolutivi tipici di questa età. Metodo Sono state somministrate sette nomine dei pari per la misura delle tre condizioni sociometriche e delle quattro emozionalità oggetto dello studio. Risultati Dopo aver preliminarmente riscontrato una differenza di genere nelle variabili considerate, le analisi successive sono state condotte separatamente per maschi e femmine. Analisi di regressione logistica hanno rivelato che più bassi livelli di felicità sono associati con più alti livelli di rifiuto sociometrico in entrambi i generi (B = -2.42, p < .001 nei maschi, B = -1.33, p < .01 nelle femmine). Inoltre più alti livelli di rabbia si legano a più alti livelli di rifiuto sociometrico (B = 2.14, p < .001 nei maschi, B = .92, p < .01, nelle femmine), anche se nei maschi questa relazione è particolarmente pronunciata per coloro che presentano anche bassi livelli di autoisolamento (B = 2.58, p < .001), facendo ipotizzare che la rabbia sia maggiore per quei ragazzi che nonostante il rifiuto da parte dei pari continuano ad investire nel gruppo, mentre i rifiutati che si ritirano da esso potrebbero incorrere in minori problematiche esternalizzanti. Per quanto riguarda le emozioni internalizzanti di tristezza e paura, più alti livelli si ritrovano nei maschi che hanno la doppia condizione di essere socialmente isolati e di autoisolarsi dal gruppo dei pari (B = 1.55, p < .01 per la tristezza, B = 1.72, p < .01 per la paura) ponendo questi soggetti particolarmente a rischio per lo sviluppo futuro. Nelle ragazze, invece, solo la paura risulta positivamente associata all’isolamento sociale (B = 1.06, p < .01) e alla doppia condizione di rifiuto e autoisolamento (B = 1.75, p < .01). Conclusioni Considerando le implicazioni applicative di tali risultati, riteniamo utile che la ricerca e la clinica si concentrino sempre di più nell’individuazione di forme “miste” di disadattamento relazionale, in quanto risultano diversi i correlati psicologici e le problematiche sia internalizzanti che esternalizzanti a cui i ragazzi possono andare incontro. * Questo studio è stato realizzato con il determinante contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, bando 2013.

EMOZIONALITÀ ESPRESSA E PROBLEMATICHE RELAZIONALI TRA PARI: UNO STUDIO CON STUDENTI DI SCUOLA MEDIA / Baroncelli, Andrea; Tambasco, Giovanna; Ciucci, Enrica. - ELETTRONICO. - (2015), pp. 50-51. (Intervento presentato al convegno XXVIII Congresso Nazionale AIP Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione tenutosi a Università degli Studi di Parma nel 24-26 settembre 2015).

EMOZIONALITÀ ESPRESSA E PROBLEMATICHE RELAZIONALI TRA PARI: UNO STUDIO CON STUDENTI DI SCUOLA MEDIA

BARONCELLI, ANDREA;TAMBASCO, GIOVANNA;CIUCCI, ENRICA
2015

Abstract

L’emozionalità espressa, considerata come differenza individuale o come abilità di regolare la propria attivazione emotiva, rappresenta un importante predittore della posizione sociale occupata dai bambini all’interno del gruppo dei pari. Questo contributo intende esplorare l’associazione tra tre diverse forme di relazioni problematiche nel gruppo dei pari (rifiuto sociometrico, isolamento da parte dei pari e autoisolamento) e l’emozionalità espressa all’interno dello stesso (felicità, tristezza, rabbia, paura). Hanno partecipato alla ricerca 529 studenti di scuola secondaria di primo grado (247 m e 282 f) con età media di 12 anni e 7 mesi (ds = 1 anno e 2 mesi). La preadolescenza è stata scelta in quanto in questo periodo il gruppo dei pari diviene particolarmente saliente per i compiti evolutivi tipici di questa età. Metodo Sono state somministrate sette nomine dei pari per la misura delle tre condizioni sociometriche e delle quattro emozionalità oggetto dello studio. Risultati Dopo aver preliminarmente riscontrato una differenza di genere nelle variabili considerate, le analisi successive sono state condotte separatamente per maschi e femmine. Analisi di regressione logistica hanno rivelato che più bassi livelli di felicità sono associati con più alti livelli di rifiuto sociometrico in entrambi i generi (B = -2.42, p < .001 nei maschi, B = -1.33, p < .01 nelle femmine). Inoltre più alti livelli di rabbia si legano a più alti livelli di rifiuto sociometrico (B = 2.14, p < .001 nei maschi, B = .92, p < .01, nelle femmine), anche se nei maschi questa relazione è particolarmente pronunciata per coloro che presentano anche bassi livelli di autoisolamento (B = 2.58, p < .001), facendo ipotizzare che la rabbia sia maggiore per quei ragazzi che nonostante il rifiuto da parte dei pari continuano ad investire nel gruppo, mentre i rifiutati che si ritirano da esso potrebbero incorrere in minori problematiche esternalizzanti. Per quanto riguarda le emozioni internalizzanti di tristezza e paura, più alti livelli si ritrovano nei maschi che hanno la doppia condizione di essere socialmente isolati e di autoisolarsi dal gruppo dei pari (B = 1.55, p < .01 per la tristezza, B = 1.72, p < .01 per la paura) ponendo questi soggetti particolarmente a rischio per lo sviluppo futuro. Nelle ragazze, invece, solo la paura risulta positivamente associata all’isolamento sociale (B = 1.06, p < .01) e alla doppia condizione di rifiuto e autoisolamento (B = 1.75, p < .01). Conclusioni Considerando le implicazioni applicative di tali risultati, riteniamo utile che la ricerca e la clinica si concentrino sempre di più nell’individuazione di forme “miste” di disadattamento relazionale, in quanto risultano diversi i correlati psicologici e le problematiche sia internalizzanti che esternalizzanti a cui i ragazzi possono andare incontro. * Questo studio è stato realizzato con il determinante contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, bando 2013.
2015
XXVIII Congresso Nazionale AIP Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione
XXVIII Congresso Nazionale AIP Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione
Università degli Studi di Parma
Baroncelli, Andrea; Tambasco, Giovanna; Ciucci, Enrica
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