Utilizzando le stesse procedure di calcolo dei bilanci di approvvigionamento nazionali (BAN), è stato messo a punto un metodo di stima del consumo reale di carne in Italia, denominato metodo della detrazione preventiva delle perdite. Il metodo si basa sulla detrazione preventiva di tutte le perdite (cali di lavorazione, scarti e rifiuti) dalla disponibilità nazionale di carcasse e di altre categorie merceologiche importate ed esportate. La stima prevede due fasi: la prima consiste nella trasformazione della disponibilità di carcasse e di altri prodotti carnei delle diverse specie animali in carne consumabile; la seconda nella sottrazione a quest’ultima dei rifiuti alla distribuzione e degli scarti e rifiuti al consumo. Per quanto riguarda la prima fase, sono stati determinati i coefficienti di conversione delle carcasse di produzione nazionale e delle varie categorie merceologiche importate ed esportate in carne consumabile. Tramite questi coefficienti è possibile ottenere la carne fresca effettivamente disponibile per il consumo, indipendentemente da come (cruda, cotta, trasformata in salumi, presente in preparazioni alimentari miste, inscatolata ecc.) e da dove (casa, ristoranti, fast food, mense, comunità, bancarelle ecc.) essa viene consumata. Per quanto riguarda la seconda fase sono state definite percentuali fisse di detrazione per i rifiuti al dettaglio e per gli scarti e i rifiuti al consumo. I risultati ottenuti indicano che un abitante in Italia consuma attualmente in media 104 g al giorno di carne, pari e 728 g alla settimana e a 38 kg all’anno. Il consumo pro capite reale di carne cosiddetta rossa risulta pari a 75 g o 69 g al giorno, a seconda che vi sia o meno inclusa la carne di vitello, agnello e capretto da latte. Queste quantità, non superano la soglia raccomandata dai più importanti organismi di ricerca internazionali per prevenire il rischio di contrarre malattie tumorali. I dati del consumo reale ridimensionano l’allarme su un eccesivo consumo di carne in Italia, suscitato da campagne di stampa sensazionalistiche, basate sui dati del consumo apparente, che sovrastimano, anche più del doppio, la quantità di carne effettivamente ingerita.

Quanta carne si mangia in Italia? Stima del consumo pro capite reale con il metodo innovativo della detrazione preventiva delle perdite / Vincenzo, Russo; Andrea, Amici; Claudio, Cavani; Anna De Angelis, ; Franci, Oreste; Domenico Pietro Lo Fiego, ; Adele, Meluzzi; Leonardo Nanni Costa, ; Francesco, Nicastro; Colomba, Sermoneta; Andrea, Serra; Erminio, Trevisi. - STAMPA. - (2017), pp. 33-66.

Quanta carne si mangia in Italia? Stima del consumo pro capite reale con il metodo innovativo della detrazione preventiva delle perdite

FRANCI, ORESTE;
2017

Abstract

Utilizzando le stesse procedure di calcolo dei bilanci di approvvigionamento nazionali (BAN), è stato messo a punto un metodo di stima del consumo reale di carne in Italia, denominato metodo della detrazione preventiva delle perdite. Il metodo si basa sulla detrazione preventiva di tutte le perdite (cali di lavorazione, scarti e rifiuti) dalla disponibilità nazionale di carcasse e di altre categorie merceologiche importate ed esportate. La stima prevede due fasi: la prima consiste nella trasformazione della disponibilità di carcasse e di altri prodotti carnei delle diverse specie animali in carne consumabile; la seconda nella sottrazione a quest’ultima dei rifiuti alla distribuzione e degli scarti e rifiuti al consumo. Per quanto riguarda la prima fase, sono stati determinati i coefficienti di conversione delle carcasse di produzione nazionale e delle varie categorie merceologiche importate ed esportate in carne consumabile. Tramite questi coefficienti è possibile ottenere la carne fresca effettivamente disponibile per il consumo, indipendentemente da come (cruda, cotta, trasformata in salumi, presente in preparazioni alimentari miste, inscatolata ecc.) e da dove (casa, ristoranti, fast food, mense, comunità, bancarelle ecc.) essa viene consumata. Per quanto riguarda la seconda fase sono state definite percentuali fisse di detrazione per i rifiuti al dettaglio e per gli scarti e i rifiuti al consumo. I risultati ottenuti indicano che un abitante in Italia consuma attualmente in media 104 g al giorno di carne, pari e 728 g alla settimana e a 38 kg all’anno. Il consumo pro capite reale di carne cosiddetta rossa risulta pari a 75 g o 69 g al giorno, a seconda che vi sia o meno inclusa la carne di vitello, agnello e capretto da latte. Queste quantità, non superano la soglia raccomandata dai più importanti organismi di ricerca internazionali per prevenire il rischio di contrarre malattie tumorali. I dati del consumo reale ridimensionano l’allarme su un eccesivo consumo di carne in Italia, suscitato da campagne di stampa sensazionalistiche, basate sui dati del consumo apparente, che sovrastimano, anche più del doppio, la quantità di carne effettivamente ingerita.
2017
9788891759214
Consumo reale di carne e di pesce in Italia. Dal consumo apparente al consumo reale col metodo della detrazione preventiva delle perdite
33
66
Vincenzo, Russo; Andrea, Amici; Claudio, Cavani; Anna De Angelis, ; Franci, Oreste; Domenico Pietro Lo Fiego, ; Adele, Meluzzi; Leonardo Nanni Costa, ; Francesco, Nicastro; Colomba, Sermoneta; Andrea, Serra; Erminio, Trevisi
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