Il saggio analizza gli effetti prodotti dalla integrazione europea sulla ricerca dal punto di vista del diritto costituzionale europeo. Tale tema è solo raramente oggetto di indagine da parte della dottrina giuridica, mentre sono abbondanti gli studi di altre discipline, quali la scienza politica e l'economia. Eppure l'attività di ricerca, per come essa è concepita e realizzata a livello europeo, ha una precisa dimensione giuridica. Tale attività riguarda infatti la libertà dei ricercatori, l'organizzazione delle istituzioni che svolgono l'attività di ricerca e l'uso delle scoperte scientifiche per fini pubblici. All'interno di questo quadro, il saggio parte dall’assunto che insieme alla creazione di uno “spazio amministrativo” della ricerca, negli ultimi anni si è progressivamente formata una dimensione costituzionale di questo fenomeno a livello europeo. Come si vedrà, la mobilità dei ricercatori e l’enfasi sulla cd. “quinta libertà”, cioè la libera circolazione della conoscenza, ha giocato un ruolo di primo piano nella costruzione di uno “Spazio europeo della ricerca” (SER) e, perciò, in quel processo di armonizzazione di fatto delle politiche su sviluppo e ricerca. Il saggio è stato presentato al seminario "La ricerca scientifica fra possibilità e limiti" che si è tenuto giovedì 29 gennaio 2015 presso il Dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Roma Tre.
L’UE e la “quinta libertà”. Prospettive costituzionali per la ricerca scientifica europea / LONGO, ERIK. - STAMPA. - (2015), pp. 1-25.
L’UE e la “quinta libertà”. Prospettive costituzionali per la ricerca scientifica europea
LONGO, ERIK
2015
Abstract
Il saggio analizza gli effetti prodotti dalla integrazione europea sulla ricerca dal punto di vista del diritto costituzionale europeo. Tale tema è solo raramente oggetto di indagine da parte della dottrina giuridica, mentre sono abbondanti gli studi di altre discipline, quali la scienza politica e l'economia. Eppure l'attività di ricerca, per come essa è concepita e realizzata a livello europeo, ha una precisa dimensione giuridica. Tale attività riguarda infatti la libertà dei ricercatori, l'organizzazione delle istituzioni che svolgono l'attività di ricerca e l'uso delle scoperte scientifiche per fini pubblici. All'interno di questo quadro, il saggio parte dall’assunto che insieme alla creazione di uno “spazio amministrativo” della ricerca, negli ultimi anni si è progressivamente formata una dimensione costituzionale di questo fenomeno a livello europeo. Come si vedrà, la mobilità dei ricercatori e l’enfasi sulla cd. “quinta libertà”, cioè la libera circolazione della conoscenza, ha giocato un ruolo di primo piano nella costruzione di uno “Spazio europeo della ricerca” (SER) e, perciò, in quel processo di armonizzazione di fatto delle politiche su sviluppo e ricerca. Il saggio è stato presentato al seminario "La ricerca scientifica fra possibilità e limiti" che si è tenuto giovedì 29 gennaio 2015 presso il Dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Roma Tre.File | Dimensione | Formato | |
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