Per esaminare l’influenza che gli eventi biografici possono aver avuto su un’opera marcata dalle intime pulsioni del suo autore, com’è nel caso di Sade, si è fatto ricorso sia a nozioni psicoanalitiche tecniche, sia a modelli biografici e di analisi testuale tributari della psicoanalisi. L’incarcerazione degli anni 1777-1790 è stata esaminata attraverso le missive private del periodo: in esse è emersa la problematica costituita dalla falsità del linguaggio altrui, e delineante un’impossibilità comunicativo-relazionale. Quest’ultima, d’altronde, già si era profilata negli anni infantili di Sade con la traumatica separazione dalla madre. Risultato dei due cruciali eventi biografici sarebbe (secondo un neologismo sadiano) l’“isolisme”, ovvero il rifiuto della comunicazione e della relazione con l’Altro. Tale rifiuto troverebbe espressione nell’opera nella negazione dei sentimenti altruisti, nel concomitante erotismo crudele e disumano perpetrato specie sulla figura femminile, e nell’impossibilità di conoscere appieno la “natura umana”. L’opera sarebbe allora la riarticolazione in simboli coscienti di quanto di sé e dell’altro, della dimensione erotica e comunicativo-relazione sfugge tendenzialmente alla coscienza e comprensione dell’autore. In tal senso, si può cogliere un’evoluzione dalla prima all’ultima delle opere prese in esame – Dialogue entre un prêtre et un moribond, Les 120 Journées de Sodome, Les Infortunes de la vertu, Histoire de Juliette: evoluzione che va nel senso di un allentamento dell’“isolisme”, di un’elevazione della donna da vittima a carnefice e di una maggiore conoscenza dell’essere umano. Concluderemmo allora che l’uomo Sade ha strutturato se stesso nell’opera, e viceversa che l’opera ha dato una nuova strutturazione all’esistenza di Sade. In order to examine the influence that biographical events may have had on a work marked by the intimate drives of its author, as is the case with Sade, technical psychoanalytic notions, biographical models and textual analysis tributary to psychoanalysis have been used. The imprisonment of the years 1777-1790 was examined through the private missives of the period: in them emerged the problem constituted by the falsity of the language of others, and delineating a communicative-relational impossibility. The latter, on the other hand, had already emerged in Sade's childhood years with the traumatic separation from his mother. The result of the two crucial biographical events would be (according to a Sadian neologism) the "isolisme", that is the refusal of communication and relationship with the other. This refusal would find expression in the work in the denial of altruistic feelings, in the concomitant cruel and inhuman eroticism perpetrated especially on the female figure, and in the impossibility of fully knowing "human nature". The work would then be the rearticulation into conscious symbols of what, in the erotic and communicative-relationship dimensions, tends to escape the author's consciousness and understanding. In this sense, we can see an evolution from the first to the last of the works examined - Dialogue entre un prêtre et un moribond, Les 120 Journées de Sodome, Les Infortunes de la vertu, Histoire de Juliette: an evolution that goes in the sense of a loosening of the "isolisme", an elevation of the woman from victim to tormentor and a greater knowledge of the human being. We would conclude then that the man Sade has structured himself in the work, and vice versa that the work has given a new structure to Sade's existence.

Sade: la menzogna del linguaggio e la quête della trasparenza / Botros El Malek Elen. - (2020).

Sade: la menzogna del linguaggio e la quête della trasparenza

Botros El Malek Elen
2020

Abstract

Per esaminare l’influenza che gli eventi biografici possono aver avuto su un’opera marcata dalle intime pulsioni del suo autore, com’è nel caso di Sade, si è fatto ricorso sia a nozioni psicoanalitiche tecniche, sia a modelli biografici e di analisi testuale tributari della psicoanalisi. L’incarcerazione degli anni 1777-1790 è stata esaminata attraverso le missive private del periodo: in esse è emersa la problematica costituita dalla falsità del linguaggio altrui, e delineante un’impossibilità comunicativo-relazionale. Quest’ultima, d’altronde, già si era profilata negli anni infantili di Sade con la traumatica separazione dalla madre. Risultato dei due cruciali eventi biografici sarebbe (secondo un neologismo sadiano) l’“isolisme”, ovvero il rifiuto della comunicazione e della relazione con l’Altro. Tale rifiuto troverebbe espressione nell’opera nella negazione dei sentimenti altruisti, nel concomitante erotismo crudele e disumano perpetrato specie sulla figura femminile, e nell’impossibilità di conoscere appieno la “natura umana”. L’opera sarebbe allora la riarticolazione in simboli coscienti di quanto di sé e dell’altro, della dimensione erotica e comunicativo-relazione sfugge tendenzialmente alla coscienza e comprensione dell’autore. In tal senso, si può cogliere un’evoluzione dalla prima all’ultima delle opere prese in esame – Dialogue entre un prêtre et un moribond, Les 120 Journées de Sodome, Les Infortunes de la vertu, Histoire de Juliette: evoluzione che va nel senso di un allentamento dell’“isolisme”, di un’elevazione della donna da vittima a carnefice e di una maggiore conoscenza dell’essere umano. Concluderemmo allora che l’uomo Sade ha strutturato se stesso nell’opera, e viceversa che l’opera ha dato una nuova strutturazione all’esistenza di Sade. In order to examine the influence that biographical events may have had on a work marked by the intimate drives of its author, as is the case with Sade, technical psychoanalytic notions, biographical models and textual analysis tributary to psychoanalysis have been used. The imprisonment of the years 1777-1790 was examined through the private missives of the period: in them emerged the problem constituted by the falsity of the language of others, and delineating a communicative-relational impossibility. The latter, on the other hand, had already emerged in Sade's childhood years with the traumatic separation from his mother. The result of the two crucial biographical events would be (according to a Sadian neologism) the "isolisme", that is the refusal of communication and relationship with the other. This refusal would find expression in the work in the denial of altruistic feelings, in the concomitant cruel and inhuman eroticism perpetrated especially on the female figure, and in the impossibility of fully knowing "human nature". The work would then be the rearticulation into conscious symbols of what, in the erotic and communicative-relationship dimensions, tends to escape the author's consciousness and understanding. In this sense, we can see an evolution from the first to the last of the works examined - Dialogue entre un prêtre et un moribond, Les 120 Journées de Sodome, Les Infortunes de la vertu, Histoire de Juliette: an evolution that goes in the sense of a loosening of the "isolisme", an elevation of the woman from victim to tormentor and a greater knowledge of the human being. We would conclude then that the man Sade has structured himself in the work, and vice versa that the work has given a new structure to Sade's existence.
2020
Michela Landi
ITALIA
Botros El Malek Elen
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