Negli anni Sessanta si sviluppa in Italia, così come a livello internazionale, una produzione di poesia beat legata ai movimenti giovanili di protesta, confluita sulle pagine di fogli clandestini, riviste underground o piccole plaquette autoprodotte, e oggi per lo più dispersa negli archivi. Questo articolo ricostruisce le dimensioni di un fenomeno letterario nato “dal basso” e alquanto misconosciuto, con un’attenzione particolare ai testi comparsi nelle riviste del movimento beat, come «Mondo beat» e «Pianeta fresco», e nei volumetti editi dalla casa editrice underground Pitecantropus di Torino, ideata e gestita dal poeta Gianni Milano. Vengono rintracciate nei testi le forti ascendenze esercitate dal beat statunitense, in primo luogo, ma anche dalle avanguardie storiche europee, e viene sottolineata l’eterogeneità che li connota nel complesso quanto a soluzioni stilistiche. Vengono inoltre prese in considerazione le brevi, eppure estremamente consapevoli, dichiarazioni di “poetica” da parte degli autori, che indicano quale scopo della produzione letteraria la volontà di conferire una rinnovata funzione sociale e politica della poesia, veicolando con essa istanze collettive di autoriconoscimento e di dissenso politico che si riflettono poi nell’anonimato frequente dei testi o nella loro teatralizzazione, in occasione di eventi performativi in cui la parola poetica riacquista una funzione ritualistica e comunitaria. A production of beat poetry has developed in Italy during the Sixties linked to youth protest movements, as well as in the other countries; these poems appared in the pages of clandestine papers, underground magazines or small self-produced plaquettes, and today is mostly dispersed in the archives. This article reconstructs the dimensions of a literary phenomenon born "from below" and somewhat misunderstood, with particular attention to the texts that have appeared in the magazines of the beat movement, such as "Mondo beat" and "Pianeta fresco", and in the volumes published by the underground publishing house Pitecantropus of Turin, conceived and managed by the poet Gianni Milano. The strong influences exerted by the beat generation, first of all, but also by the European historical avant-gardes, are traced, and the stylistic heterogeneity that characterizes this texts is emphasized. The short, yet extremely aware, declarations of "poetics" by the authors are also taken into consideration; they indicate that the purpose of literary production is to confer a renewed social and political function at the poetry, conveying with it collective instances of self-recognition and of political dissent. This aims is reflected in the frequent anonymity of the texts or on the occasion of performative events in which the poetic word regains a ritualistic and communal function.

Beat italiano: la poesia del Sessantotto / giovanna lo monaco. - STAMPA. - (2018), pp. 11-20.

Beat italiano: la poesia del Sessantotto

giovanna lo monaco
2018

Abstract

Negli anni Sessanta si sviluppa in Italia, così come a livello internazionale, una produzione di poesia beat legata ai movimenti giovanili di protesta, confluita sulle pagine di fogli clandestini, riviste underground o piccole plaquette autoprodotte, e oggi per lo più dispersa negli archivi. Questo articolo ricostruisce le dimensioni di un fenomeno letterario nato “dal basso” e alquanto misconosciuto, con un’attenzione particolare ai testi comparsi nelle riviste del movimento beat, come «Mondo beat» e «Pianeta fresco», e nei volumetti editi dalla casa editrice underground Pitecantropus di Torino, ideata e gestita dal poeta Gianni Milano. Vengono rintracciate nei testi le forti ascendenze esercitate dal beat statunitense, in primo luogo, ma anche dalle avanguardie storiche europee, e viene sottolineata l’eterogeneità che li connota nel complesso quanto a soluzioni stilistiche. Vengono inoltre prese in considerazione le brevi, eppure estremamente consapevoli, dichiarazioni di “poetica” da parte degli autori, che indicano quale scopo della produzione letteraria la volontà di conferire una rinnovata funzione sociale e politica della poesia, veicolando con essa istanze collettive di autoriconoscimento e di dissenso politico che si riflettono poi nell’anonimato frequente dei testi o nella loro teatralizzazione, in occasione di eventi performativi in cui la parola poetica riacquista una funzione ritualistica e comunitaria. A production of beat poetry has developed in Italy during the Sixties linked to youth protest movements, as well as in the other countries; these poems appared in the pages of clandestine papers, underground magazines or small self-produced plaquettes, and today is mostly dispersed in the archives. This article reconstructs the dimensions of a literary phenomenon born "from below" and somewhat misunderstood, with particular attention to the texts that have appeared in the magazines of the beat movement, such as "Mondo beat" and "Pianeta fresco", and in the volumes published by the underground publishing house Pitecantropus of Turin, conceived and managed by the poet Gianni Milano. The strong influences exerted by the beat generation, first of all, but also by the European historical avant-gardes, are traced, and the stylistic heterogeneity that characterizes this texts is emphasized. The short, yet extremely aware, declarations of "poetics" by the authors are also taken into consideration; they indicate that the purpose of literary production is to confer a renewed social and political function at the poetry, conveying with it collective instances of self-recognition and of political dissent. This aims is reflected in the frequent anonymity of the texts or on the occasion of performative events in which the poetic word regains a ritualistic and communal function.
2018
9788833050966
Il '68. Costruzione e decostruzione di un mito
11
20
Goal 4: Quality education
giovanna lo monaco
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