L’esperienza professionale e didattica di Giovanni Klaus Koenig (1924-1989), storico e critico dell’architettura e del design del secondo Novecento, sono state caratterizzate dalla poliedrica articolazione dei suoi interessi e dal loro continuo intrecciarsi verso la contaminazione di metodi e di linguaggi. L’aspetto più interessante - e al contempo più difficoltoso – del contributo di Koenig si è rivelato, però, non tanto l’essere un intellettuale culturalmente complesso quanto brillantemente contraddittorio: divertente e provocatorio ma anche amaro e pessimista, conservatore e insieme anticonformista, professore amatissimo ma collega spesso inviso, profondamente immerso nella riflessione storico-critica sull’architettura ma anche coraggioso progettista di industrial design. L’eredità di Koenig risente tuttora di questa duplicità dei suoi rapporti umani e culturali, e ci presenta il ritratto di uno studioso ancora troppo poco accreditato in quel piano nazionale e internazionale in cui fu, invece, profondamente attivo. La scuola fiorentina deve molto agli studi di Koenig, soprattutto nelle due direzioni in cui lo storico ha amato maggiormente addentrarsi: da un lato, l’applicazione sistematica della semiotica all’architettura, dall’altro, il tema della responsabilità sociale e democratica della cultura del progetto. Questo saggio indaga il sistema di approccio e di analisi storico-critica di Koenig eleggendo come matrice centrale il suo approccio polemico inteso come "cultura del dissenso".

Giovanni Klaus Koenig e la polemica come metodo esistenziale / Isabella Patti. - STAMPA. - (2020), pp. 225-250. [10.36253/978-88-5518-191-4]

Giovanni Klaus Koenig e la polemica come metodo esistenziale

Isabella Patti
2020

Abstract

L’esperienza professionale e didattica di Giovanni Klaus Koenig (1924-1989), storico e critico dell’architettura e del design del secondo Novecento, sono state caratterizzate dalla poliedrica articolazione dei suoi interessi e dal loro continuo intrecciarsi verso la contaminazione di metodi e di linguaggi. L’aspetto più interessante - e al contempo più difficoltoso – del contributo di Koenig si è rivelato, però, non tanto l’essere un intellettuale culturalmente complesso quanto brillantemente contraddittorio: divertente e provocatorio ma anche amaro e pessimista, conservatore e insieme anticonformista, professore amatissimo ma collega spesso inviso, profondamente immerso nella riflessione storico-critica sull’architettura ma anche coraggioso progettista di industrial design. L’eredità di Koenig risente tuttora di questa duplicità dei suoi rapporti umani e culturali, e ci presenta il ritratto di uno studioso ancora troppo poco accreditato in quel piano nazionale e internazionale in cui fu, invece, profondamente attivo. La scuola fiorentina deve molto agli studi di Koenig, soprattutto nelle due direzioni in cui lo storico ha amato maggiormente addentrarsi: da un lato, l’applicazione sistematica della semiotica all’architettura, dall’altro, il tema della responsabilità sociale e democratica della cultura del progetto. Questo saggio indaga il sistema di approccio e di analisi storico-critica di Koenig eleggendo come matrice centrale il suo approccio polemico inteso come "cultura del dissenso".
2020
978-88-5518-190-7
Giovanni Klaus Koenig. Un fiorentino nel dibattito nazionale su architettura e design (1924-1989)
225
250
Isabella Patti
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