Lo scopo di questo lavoro è stato quello di valutare le caratteristiche chimiche, microbiologiche e sensoriali di un vino Sangiovese al quale è stato aggiunto un estratto sperimentale (ES) di uva immatura in alternativa alla solforosa nel corso della maturazione in legno: il tutto giungendo ad una verifica della sostenibilità economica associata a tale innovazione del prodotto, considerando sia gli adeguamenti aziendali che le preferenze del consumatore. A tal fine, sono state prese in esame tre tesi allestite in doppio: 1) vino di controllo (TQL) addizionato di solforosa in modo da ottenere valori di SO2 libera di circa 15 mg/L e gomma arabica (140 mg/L); 2) AL, chitosano (100 mg/L) e estratto d’uva immatura (200 mg/L); 3) BL, estratto d’uva immatura (400 mg/L). Le analisi chimiche effettuate durante sei mesi di affinamento in legno hanno mostrato una sostanziale uniformità della maggior parte dei parametri misurati. Tuttavia, a partire dal terzo mese, i vini contenenti l’estratto d’uva immatura hanno mostrato una differenza significativa nel contenuto in pigmenti polimerici, più concentrati nei campioni contenenti l’estratto, e antociani liberi che si manteneva fino a sei mesi di maturazione. Le analisi microbiologiche hanno rilevato che nei vini in cui è stato aggiunto l’ES le popolazioni di batteri lattici sono scese, dopo tre mesi di maturazione, sotto il limite di rilevabilità analogamente a quanto riscontrato nel vino di controllo. Viceversa, indipendentemente dal trattamento, i lieviti sono aumentati e, dal terzo mese, nel vino BL, in cui è stato aggiunto l’ES senza chitosano, è stato riscontrato Brettanomyces bruxellensis, seppure a densità cellulari inferiori a 103 UFC/mL. I risultati delle valutazioni sensoriali non hanno messo in evidenza differenze significative fra i vini che sono stati percepiti come simili per quanto riguarda gli aspetti legati a vista, olfatto, gusto, flavor e corpo. I risultati conseguiti in questo lavoro suggeriscono che l’ES di uva immatura sia da solo che in combinazione con il chitosano è in grado di mantenere le caratteristiche cromatiche del vino Sangiovese e la sua qualità sensoriale. Inoltre, l’uso di ES potrebbe contribuire ad una più precoce stabilizzazione del colore e alla stabilità microbiologica del vino relativamente alle popolazioni batteriche.
Prove di utilizzo di un estratto di uva immatura in alternativa alla solforosa per la maturazione in legno di un vino Sangiovese / Giovanna Fia, Lisa Granchi, Cristina Proserpio, Silvio menghini, Ella Pagliarini, Valentina Millarini, Eleonora Mari. - In: L'ENOLOGO. - ISSN 1593-6112. - STAMPA. - 7/8:(2022), pp. 89-96.
Prove di utilizzo di un estratto di uva immatura in alternativa alla solforosa per la maturazione in legno di un vino Sangiovese
Giovanna Fia
;Lisa Granchi;Silvio menghini;Valentina Millarini;Eleonora Mari
2022
Abstract
Lo scopo di questo lavoro è stato quello di valutare le caratteristiche chimiche, microbiologiche e sensoriali di un vino Sangiovese al quale è stato aggiunto un estratto sperimentale (ES) di uva immatura in alternativa alla solforosa nel corso della maturazione in legno: il tutto giungendo ad una verifica della sostenibilità economica associata a tale innovazione del prodotto, considerando sia gli adeguamenti aziendali che le preferenze del consumatore. A tal fine, sono state prese in esame tre tesi allestite in doppio: 1) vino di controllo (TQL) addizionato di solforosa in modo da ottenere valori di SO2 libera di circa 15 mg/L e gomma arabica (140 mg/L); 2) AL, chitosano (100 mg/L) e estratto d’uva immatura (200 mg/L); 3) BL, estratto d’uva immatura (400 mg/L). Le analisi chimiche effettuate durante sei mesi di affinamento in legno hanno mostrato una sostanziale uniformità della maggior parte dei parametri misurati. Tuttavia, a partire dal terzo mese, i vini contenenti l’estratto d’uva immatura hanno mostrato una differenza significativa nel contenuto in pigmenti polimerici, più concentrati nei campioni contenenti l’estratto, e antociani liberi che si manteneva fino a sei mesi di maturazione. Le analisi microbiologiche hanno rilevato che nei vini in cui è stato aggiunto l’ES le popolazioni di batteri lattici sono scese, dopo tre mesi di maturazione, sotto il limite di rilevabilità analogamente a quanto riscontrato nel vino di controllo. Viceversa, indipendentemente dal trattamento, i lieviti sono aumentati e, dal terzo mese, nel vino BL, in cui è stato aggiunto l’ES senza chitosano, è stato riscontrato Brettanomyces bruxellensis, seppure a densità cellulari inferiori a 103 UFC/mL. I risultati delle valutazioni sensoriali non hanno messo in evidenza differenze significative fra i vini che sono stati percepiti come simili per quanto riguarda gli aspetti legati a vista, olfatto, gusto, flavor e corpo. I risultati conseguiti in questo lavoro suggeriscono che l’ES di uva immatura sia da solo che in combinazione con il chitosano è in grado di mantenere le caratteristiche cromatiche del vino Sangiovese e la sua qualità sensoriale. Inoltre, l’uso di ES potrebbe contribuire ad una più precoce stabilizzazione del colore e alla stabilità microbiologica del vino relativamente alle popolazioni batteriche.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.