Tra gli elementi che ancora oggi connotano l’attualità della legge Serpieri va segnalata una considerazione del bosco quale bene complesso, tale da determinare la necessità di salvaguardarlo e proteggerlo, tentando un equilibrio tra produzione e conservazione. Vincoli, prescrizioni di massima e di polizia forestale hanno così rappresentato, e continuano a rappresentare, strumenti attraverso i quali l’interesse pubblico incide sulle facoltà di sfruttamento da parte del proprietario. È tuttavia operazione tutt’altro che facile trovare un giusto punto di equilibrio. In tal senso, l’art. 108 della Legge Serpieri affidava all’Azienda speciale del Demanio forestale di Stato il compito di «provvedere mediante l’ampliamento della proprietà boschiva dello Stato alla formazione di riserve di legname per il paese», proponendo un modello di gestione «razionale» e che sia «norma ed esempio ai silvicoltori nazionali». Già nel 1923 esisteva dunque la consapevolezza della necessità di sfruttare il bosco anche per il suo potenziale economico, senza naturalmente sacrificare le esigenze ambientali. L’obiettivo era raggiunto proponendo al selvicoltore un modello cui ispirarsi, quello seguito dall’Azienda Demaniale. Come è noto, il quadro fattuale è profondamente mutato. Solo per citare alcuni elementi, l’Azienda è stata soppressa; nel corso degli anni hanno iniziato a emergere ulteriori interessi, primo fra tutti quello paesaggistico; il consumatore è progressivamente diventato un soggetto che, attraverso le sue scelte, sempre di più può influenzare il comportamento del produttore. Nonostante la diversità del quadro attuale, l’originaria esigenza di fondo è rimasta la medesima: proporre al selvicoltore modelli di gestione del patrimonio forestale che possano coniugare le esigenze di produzione con quelle di conservazione. Nel segno di questa continuità oggi potrebbe essere letto l’art. 10 TUFF, laddove invita le Regioni a promuovere «la certificazione volontaria della gestione forestale sostenibile». In questa prospettiva, sembra così opportuno indagare i modelli gestori che propongono queste certificazioni forestali, quali siano i messaggi comunicati ai consumatori e come questi strumenti di diritto privato contribuiscano a valorizzare la gestione forestale sostenibile, perseguendo anche obiettivi di carattere collettivo. Among the elements that still connote the relevance of the Serpieri law (R.d. 3267/2023), forests are treated as a complex asset, requiring the need to safeguard and protect them, in a balance between production and conservation. Constraints and prescriptions have thus represented, and continue to represent, instruments through which the public interest affects the owner’s powers of exploitation. However, striking the right balance is challenging. In this regard, according to art. 108 of the Serpieri Law, the State Forestry Company has been entrusted with the task of «providing through the expansion of the State’s forest property for the formation of timber reserves for the country», proposing a «rational» management model that would be «a rule and an example to national foresters». As early as 1923, awareness about the need to exploit the forest for its economic potential, without sacrificing the environmental needs, was present. The goal was achieved by proposing to foresters a model to be inspired by, the one followed by the State Forest Company. As is well known, the factual framework has changed profoundly. To mention a few elements, the State Forest Company has been abolished; over the years, additional interests have been raised, first and foremost the landscape; and the consumer has gradually become a person who, through his choices, can affect the producer’s behavior. Despite the diversity of the current framework, the former underlying need has stayed the same: proposing to forester models of management that can combine production and conservation needs. Under this continuity Article, 10 TUFF could be read, whereas it invites the regions to promote «voluntary certification of sustainable forest management». From this perspective, it is appropriate to investigate the management models that propose these forest certifications, the messages conveyed to consumers, and how these private law instruments contribute to enhancing sustainable forest management while pursuing community-based goals.
Dal "Demanio forestale dello Stato" al "Patrimonio forestale nazionale": sviluppo economico e sostenibilità. Una ricostruzione della disciplina dalla Legge Serpieri al TUFF / Mario Mauro. - STAMPA. - (2023), pp. 191-230.
Dal "Demanio forestale dello Stato" al "Patrimonio forestale nazionale": sviluppo economico e sostenibilità. Una ricostruzione della disciplina dalla Legge Serpieri al TUFF
Mario Mauro
2023
Abstract
Tra gli elementi che ancora oggi connotano l’attualità della legge Serpieri va segnalata una considerazione del bosco quale bene complesso, tale da determinare la necessità di salvaguardarlo e proteggerlo, tentando un equilibrio tra produzione e conservazione. Vincoli, prescrizioni di massima e di polizia forestale hanno così rappresentato, e continuano a rappresentare, strumenti attraverso i quali l’interesse pubblico incide sulle facoltà di sfruttamento da parte del proprietario. È tuttavia operazione tutt’altro che facile trovare un giusto punto di equilibrio. In tal senso, l’art. 108 della Legge Serpieri affidava all’Azienda speciale del Demanio forestale di Stato il compito di «provvedere mediante l’ampliamento della proprietà boschiva dello Stato alla formazione di riserve di legname per il paese», proponendo un modello di gestione «razionale» e che sia «norma ed esempio ai silvicoltori nazionali». Già nel 1923 esisteva dunque la consapevolezza della necessità di sfruttare il bosco anche per il suo potenziale economico, senza naturalmente sacrificare le esigenze ambientali. L’obiettivo era raggiunto proponendo al selvicoltore un modello cui ispirarsi, quello seguito dall’Azienda Demaniale. Come è noto, il quadro fattuale è profondamente mutato. Solo per citare alcuni elementi, l’Azienda è stata soppressa; nel corso degli anni hanno iniziato a emergere ulteriori interessi, primo fra tutti quello paesaggistico; il consumatore è progressivamente diventato un soggetto che, attraverso le sue scelte, sempre di più può influenzare il comportamento del produttore. Nonostante la diversità del quadro attuale, l’originaria esigenza di fondo è rimasta la medesima: proporre al selvicoltore modelli di gestione del patrimonio forestale che possano coniugare le esigenze di produzione con quelle di conservazione. Nel segno di questa continuità oggi potrebbe essere letto l’art. 10 TUFF, laddove invita le Regioni a promuovere «la certificazione volontaria della gestione forestale sostenibile». In questa prospettiva, sembra così opportuno indagare i modelli gestori che propongono queste certificazioni forestali, quali siano i messaggi comunicati ai consumatori e come questi strumenti di diritto privato contribuiscano a valorizzare la gestione forestale sostenibile, perseguendo anche obiettivi di carattere collettivo. Among the elements that still connote the relevance of the Serpieri law (R.d. 3267/2023), forests are treated as a complex asset, requiring the need to safeguard and protect them, in a balance between production and conservation. Constraints and prescriptions have thus represented, and continue to represent, instruments through which the public interest affects the owner’s powers of exploitation. However, striking the right balance is challenging. In this regard, according to art. 108 of the Serpieri Law, the State Forestry Company has been entrusted with the task of «providing through the expansion of the State’s forest property for the formation of timber reserves for the country», proposing a «rational» management model that would be «a rule and an example to national foresters». As early as 1923, awareness about the need to exploit the forest for its economic potential, without sacrificing the environmental needs, was present. The goal was achieved by proposing to foresters a model to be inspired by, the one followed by the State Forest Company. As is well known, the factual framework has changed profoundly. To mention a few elements, the State Forest Company has been abolished; over the years, additional interests have been raised, first and foremost the landscape; and the consumer has gradually become a person who, through his choices, can affect the producer’s behavior. Despite the diversity of the current framework, the former underlying need has stayed the same: proposing to forester models of management that can combine production and conservation needs. Under this continuity Article, 10 TUFF could be read, whereas it invites the regions to promote «voluntary certification of sustainable forest management». From this perspective, it is appropriate to investigate the management models that propose these forest certifications, the messages conveyed to consumers, and how these private law instruments contribute to enhancing sustainable forest management while pursuing community-based goals.File | Dimensione | Formato | |
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