La coltura del carciofo presenta la massima diffusione e importanza economica nei Paesi del bacino del Mediterraneo. Il principale Paese produttore è l’Italia, dove si registra anche il maggior consumo dei capolini, a tal punto che le importazioni superano le esportazioni. Le importazioni provengono soprattutto da Paesi caratterizzati da minori costi di produzione (Spagna, Egitto), mentre le esportazioni sono dirette verso l’Europa centrale e settentrionale. Nel nostro Paese esistono numerose cv tradizionali, propagate per via vegetativa e verosimilmente di antica origine. Queste varietà danno luogo a produzioni tipiche locali (Carciofo di Paestum IGP, Carciofo Romanesco del Lazio IGP), presenti principalmente nelle regioni centrali e meridionali. Numerose altre produzioni locali sono riconosciute come tradizionali. La tipicità delle produzioni locali, i cui peculiari caratteri sono dovuti sia alle cv impiegate sia a fattori ambientali, deve essere garantita anche attraverso la definizione di metodologie e tecniche di analisi. Vi è un certo interesse alla messa a punto di tecniche analitiche rivolte alla caratterizzazione genotipica e chemometrica del carciofo e alla possibile verifica dell’origine geografica e varietale delle produzioni tipiche italiane. La misurazione del contenuto in elementi minerali è preferita alla determinazione di composti organici, soggetti a degradazione anche in funzione della durata e delle condizioni di conservazione. Il contenuto in minerali, in proporzione alla sostanza secca, risulta invece più stabile. Questo tipo di analisi è già stata applicata con successo per caratterizzare varietà di patata in base all’origine geografica (Anderson et al., 1999; Padín et al., 2001; Di Giacomo et al., 2007). La caratterizzazione chimica del carciofo risulta ancora agli inizi, tuttavia l’analisi del contenuto in composti fenolici mediante cromatografia ha permesso di differenziare due varietà tradizionali: Violetto di Toscana e la cv selezionata Terom (Romani et al., 2006). L’obiettivo della ricerca è caratterizzare 3 produzioni tipiche locali di carciofo sulla base del contenuto in elementi minerali e composti fenolici e di classificare i campioni per origine geografica e varietale.
Caratterizzazione di Prodotti Tipici per Origine Geografica: il Carciofo come Caso di Studio / S. ROMAGNOLI; L. GHISELLI; M. MANZELLI; E. PALCHETTI; P. PINELLI; N. MULINACCI; S. BENEDETTELLI; V. VECCHIO. - STAMPA. - ATTI XXXVIII Convegno Nazionale della Società di Agronomia:(2009), pp. 455-456. (Intervento presentato al convegno XXXVIII Convegno Nazionale della Società di Agronomia tenutosi a Firenze nel 21-23 Settembre 2009).
Caratterizzazione di Prodotti Tipici per Origine Geografica: il Carciofo come Caso di Studio
ROMAGNOLI, SIGFRIDO;GHISELLI, LISETTA;MANZELLI, MARCO;PALCHETTI, ENRICO;PINELLI, PATRIZIA;MULINACCI, NADIA;BENEDETTELLI, STEFANO;VECCHIO, VINCENZO
2009
Abstract
La coltura del carciofo presenta la massima diffusione e importanza economica nei Paesi del bacino del Mediterraneo. Il principale Paese produttore è l’Italia, dove si registra anche il maggior consumo dei capolini, a tal punto che le importazioni superano le esportazioni. Le importazioni provengono soprattutto da Paesi caratterizzati da minori costi di produzione (Spagna, Egitto), mentre le esportazioni sono dirette verso l’Europa centrale e settentrionale. Nel nostro Paese esistono numerose cv tradizionali, propagate per via vegetativa e verosimilmente di antica origine. Queste varietà danno luogo a produzioni tipiche locali (Carciofo di Paestum IGP, Carciofo Romanesco del Lazio IGP), presenti principalmente nelle regioni centrali e meridionali. Numerose altre produzioni locali sono riconosciute come tradizionali. La tipicità delle produzioni locali, i cui peculiari caratteri sono dovuti sia alle cv impiegate sia a fattori ambientali, deve essere garantita anche attraverso la definizione di metodologie e tecniche di analisi. Vi è un certo interesse alla messa a punto di tecniche analitiche rivolte alla caratterizzazione genotipica e chemometrica del carciofo e alla possibile verifica dell’origine geografica e varietale delle produzioni tipiche italiane. La misurazione del contenuto in elementi minerali è preferita alla determinazione di composti organici, soggetti a degradazione anche in funzione della durata e delle condizioni di conservazione. Il contenuto in minerali, in proporzione alla sostanza secca, risulta invece più stabile. Questo tipo di analisi è già stata applicata con successo per caratterizzare varietà di patata in base all’origine geografica (Anderson et al., 1999; Padín et al., 2001; Di Giacomo et al., 2007). La caratterizzazione chimica del carciofo risulta ancora agli inizi, tuttavia l’analisi del contenuto in composti fenolici mediante cromatografia ha permesso di differenziare due varietà tradizionali: Violetto di Toscana e la cv selezionata Terom (Romani et al., 2006). L’obiettivo della ricerca è caratterizzare 3 produzioni tipiche locali di carciofo sulla base del contenuto in elementi minerali e composti fenolici e di classificare i campioni per origine geografica e varietale.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.